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Unito, presentate le mozioni pro-Palestina per Senato e Cda

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La palla ora è nelle mani del Senato accademico e del Consiglio di amministrazione di Unito. Nel pomeriggio di martedì 11 giugno sono state presentate le mozioni che i due organi ufficiali di governo dell’ateneo dovranno votare e decidere se approvare o bocciare. La scelta di tenere un’assemblea per esporre le varie proposte era arrivata dopo che, la scorsa settimana, il rettore aveva incontrato gli studenti e le studentesse occupanti a più di 3 settimane dall’inizio del blocco di Palazzo Nuovo. Nel corso dell’assemblea non si sono discusse nel merito le proposte, ascoltate senza replica dai membri dei due organi presenti alla Cavallerizza o che seguivano a distanza l’evento. Soltanto da parte di Francesca Chiarotto, rappresentante del personale tecnico-amministrativo, sono arrivati agli occupanti dei ringraziamenti per aver tenuto alta l’attenzione sul tema e la dichiarazione di appoggio alla loro mozione. Ora tutti e tutte le componenti avranno tempo fino alla seduta di giovedì pomeriggio (Senato) e di venerdì (Cda) per leggere e analizzare le proposte. Intanto il consiglio di dipartimento di Culture politiche e società (Cps) ha approvato una mozione per chiedere il boicottaggio al Rettore Stefano Geuna.

Sono state presentate più mozioni: una da parte degli studenti e delle studentesse che stanno occupando Palazzo Nuovo, una da parte dei e delle rappresentanti degli studenti del dipartimento di Cps di Primavera studenti e infine una arrivata da uno studente singolo, membro anche del personale tecnico amministrativo. Richiesta comune a tutte le mozioni è una maggiore trasparenza da parte dell’università sugli accordi in corso con altre università, aziende pubbliche o private attraverso strumenti come osservatori, commissioni o comitati etici. Sia gli studenti e le studentesse dell’Intifada, sia la rappresentanza di Primavera studenti hanno poi chiesto la chiusura dei rapporti con imprese private e pubbliche che operano in ambito bellico. Gli e le occupanti hanno inoltre avanzato la richiesta di interruzione delle collaborazioni con le università israeliane, spiegando i rapporti da loro individuati tra queste università e lo Stato israeliano a livello militare. Cruciale, tra gli altri, il discorso sul dual use, ovvero sui possibili utilizzi militari di ricerche fatte con un obiettivo differente. Hanno anche spiegato le motivazioni giuridiche che stanno alla base della loro richiesta di boicottaggio: “pratica legittima secondo il diritto internazionale, perché il diritto internazionale umanitario obbliga singole imprese e singoli amministratori, includendo quindi anche l’università, ad astenersi da ogni forma di sostegno diretto, indiretto e anche non intenzionale alla violazione dei diritti umani”. L’appoggio alle proposte e alle richieste è infine arrivato anche dagli studenti e dalle studentesse della facoltà di matematica, che pur non occupando, hanno confermato il loro sostegno.