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Festival Nazionale Luigi Pirandello e del Novecento

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Giunge alla XVIII edizione il Festival Nazionale Luigi Pirandello, che torna a Torino per un’edizione ricca tra prosa, tv, teatro, radio e il Premio Giovanni Graglia. E ovviamente tanta letteratura per una kermesse che si immerge nel Novecento a partire ovviamente da Luigi Pirandello, che soggiornò a Coazze nel 1901.

“Torino, con i suoi teatri Alfieri e Carignano ha giocato un ruolo fondamentale nella vita professionale del drammaturgo siciliano, nonostante il pubblico sabaudo e la critica non siano mai stati benevoli nei suoi confronti – spiega il direttore artistico del Festival Giulio Graglia -. Ma ciò che ha particolarmente influenzato la creatività del Premio Nobel per la letteratura, furono gli abitanti e il paesaggio della Valsangone. A Coazze, infatti, Pirandello si fermò due mesi, e i luoghi e le persone furono di grande ispirazione per lui, al punto che scrisse Il Taccuino di Coazze, la commedia Ciascuno a suo modo, due novelle (Gioventù, La messa di quest’anno) e il romanzo Giustino Roncella nato Boggiolo”. 

E così ogni anno si celebra Pirandello tramite un cartellone che si snoda tra letteratura, teatro ma anche televisione, musica e cinema. Venti gli appuntamenti inseriti nel programma 2024, con Pirandello e gli autori del ‘900. “L’apertura verso la cultura del XX secolo – aggiunge il direttore artistico – ci permette di ricordare coloro che hanno preceduto, affiancato e seguito, il drammaturgo siciliano. Il nostro pubblico sa che amiamo le contaminazioni, gli incroci con la musica, il cinema, la televisione, l’attualità. Amiamo, tra l’altro, incentivare i giovani talenti e valorizzare i profili più affermati”. 

Un’edizione, quella del 2024, che ricorda anche quattro importanti anniversari: i 100 anni della Radio, i 70 anni della TV, i 100 anni dalla morte di Franz Kafka e i 100 anni dalla nascita di Franco Basaglia. E saranno proprio gli anniversari i primi ad essere celebrati, il primo questa sera, dieci giugno con Radio Days. Lo spettacolo si basa sul materiale di repertorio del Centro studi del Teatro Stabile. Verranno proposti filmati di alcuni allestimenti teatrali messi a confronto con gli adattamenti radiofonici. E poi il 13 giugno: 100 anni di Radio, alle ore 19.30, al Teatro Gobetti. Seguirà il 18 giugno “1964!” al Circolo dei Lettori, e il 21 giugno andrà in scena il dramma “Non si sa come”.  

“Ogni edizione racchiude un’avventura – dice Graglia -. La creazione del cartellone, i panel degli eventi, le nuove collaborazioni costituiscono una sfida che si fa sempre più esigente di anno in anno. Come è noto, il Festival abbraccia anche i protagonisti del ‘900, e il 2024 vede alcuni anniversari che andremo a ricordare dal momento che riteniamo questo un dovere prioritario; sul valore della memoria prendiamo spunto da Oscar Wilde (la memoria è il diario che ciascuno di noi porta con sé). È inevitabile che gli eventi epocali influenzino la nostra esistenza e non solo perché possiamo averli vissuti ma perché ci sono stati tramandati e a noi spetta il compito di trasmetterli ai posteri.”