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Voglia di Giochi, atleti di tutto il mondo a Porta Susa

Per tutti gli atleti arrivati stamattina alla stazione di Porta Susa la parola più frequente è una sola: emozione. Ma anche desiderio di competere e fame di vittoria, a poche ore dalla cerimonia inaugurale dei Fisu Winter Games 2025. La stazione è l’hub ufficiale di accoglienza degli atleti, ospitato in collaborazione con Rete ferroviaria italiana (Rfi).

Gli svizzeri del curling

I primi intercettati a Porta Susa dai microfoni di Futura News sono Maximilian Winz e Jan Iseli della squadra svizzera maschile di curling. Per entrambi è la seconda volta ai Fisu Games, dopo l’esordio alla scorsa edizione della manifestazione a Lake Placid negli Stati Uniti: “Ma è la mia prima volta in Italia e sono molto emozionato – dice Iseli -. La prima Universiade è stata fantastica, siamo arrivati quarti e ora vogliamo fare ancora meglio”. C’è anche il brivido dell’impatto col pubblico: “Come curling non abbiamo molti fan, giocare in uno stadio pieno sarà molto emozionanteˮ, aggiunge Maximilian. La prima gara che li attende è il 15 gennaio contro il Canada: “È la squadra che temiamo di più assieme alla Norvegia e all’Italia, che ha il fattore pubblico dalla sua parteˮ, dicono. Il curling è chiamato da molti commentatori anche “scacchi sul ghiaccio”: “Per giocare bene serve mentalità e forzaˮ, spiega Iseli.

Lo sci di fondo norvegese

Dopo di loro ecco la delegazione norvegese dello sci di fondo. Quattro ragazzi e una ragazza, Runa Nykkelmo Ulvang, portavoce del gruppo per acclamazione: 23 anni, dalla Norwegian University of Science and Technology, per lei Torino è il battesimo ai Fisu Games. “Sono molto emozionata e anche un po’ preoccupata – confessa – ma sono sicura di divertirmi: voglio gareggiare il più veloce possibile”. Un rapido cambio d’abito e poi via verso le piste di Pragelato, dove per lei e compagni da mercoledì 15 gennaio cominceranno le gare. Lo sport è gioia, ma all’orizzonte c’è un’ombra: il riscaldamento globale che rischia di rendere impossibile in futuro lo sci in molte zone delle Alpi: “Mi rende molto triste – commenta Ulvang -, dobbiamo fare tutto il possibile per prevenire questo scenario. Spero davvero di poter tornare ancora a sciare qui quando non sarò più giovane”.

Dalla terra dei canguri alle Alpi

Altri sciatori di fondo arrivano invece dall’Australia, nazione che non si è soliti associare agli sport invernali. Per Bentley Walker-Broose e Fedele de Campo, rispettivamente dall’Università di Camberra e dall’Australian National University, la passione per lo sci si radica nella storia familiare. “Mia mamma faceva sci alpino – racconta il primo -. Io mi sono appassionato allo sci di fondo perché l’ho trovato più stimolante e perché è uno sport minore nel nostro Paese”. Per De Campo, invece, l’amore per lo sport invernale è una riscoperta delle origini che ha a che fare col nostro Paese: “Ho scelto di fare sci di fondo per riconnettermi alle mie radici italiane”.

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