Uno sguardo sul presente per immaginare una città più inclusiva, libera e aperta. Nell’incontro interattivo organizzato da Urban Lab, sabato 12 aprile, nell’ambito di Voci di Quartiere, si è discusso di strade, piazze, parchi e trasporti. La campagna di ascolto dei cittadini, promossa dalla città di Torino, ha messo al centro la volontà di cambiamento, nel nome di opportunità, libertà e fiducia.
Nel padiglione C del Flashback Habitat di corso Giovanni Lanza 75 cittadine e cittadini, suddivisi per gruppi di lavoro, si sono focalizzati sull’importanza degli spazi pubblici e dell’aggregazione sociale libera come occasione per sentirsi accolti e sicuri. I partecipanti sono stati coinvolti già all’inizio dei lavori, quando hanno avuto la possibilità di scrivere delle parole chiave su dei post-it per formare un cartellone: spazi verdi, accessibilità, trasporti, comunità, diritti, serenità, futuro, salute, servizi. In particolare, sono emerse la necessità dei giovani di frequentare posti di aggregazione senza bisogno di essere invitati e la percezione di spazio sicuro come luogo di ritrovo.
“Le città non sono neutre. La nostra quotidianità si svolge in spazi pianificati e disegnati nel tempo, seguendo una prospettiva maschile, modellata sulle esigenze di un abitante standard, che corrisponde spesso a un uomo adulto, bianco, cisgender, lavoratore”, ha commentato Chiara Lucchini, responsabile Sviluppo Territoriale di Urban Lab. Ma in una città in cui la pluralità è diffusa risulta fondamentale porsi delle domande: “Gli spazi e i servizi dei nostri quartieri garantiscono protezione, comfort, possibilità di accoglienza e inclusione per tuttə, indipendentemente da genere, identità di genere, orientamento sessuale, età, colore della pelle, abilità, condizione economica o provenienza?”, ha aggiunto. Da queste considerazioni si è poi sviluppato il confronto, con la presenza di Paolo Mazzoleni e Jacopo Rosatelli, rispettivamente assessori all’Urbanistica e alle Politiche sociali, ai diritti e alle pari opportunità di Torino.
La foto di copertina è di Cristina Argirò.