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Vittime dell’amianto, triplicati i fondi

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Sessanta milioni di euro alle vittime dell’amianto. Nella legge di Bilancio del 2024 sono triplicati i fondi previsti con l’approvazione di una serie di emendamenti a firma Partito Democratico. Passati in commissione Bilancio del Senato, il contenuto prevede l’incremento dagli iniziali 20 milioni di euro previsti per il solo 2024 a 60 milioni di euro fino al 2026. In questo modo, verranno elargiti 20 milioni di euro per ogni anno.

Una modifica accompagnata anche dall’ampliamento della platea di beneficiari dato che oltre ai lavoratori di società partecipate pubbliche che hanno contratto patologie asbesto nel corso di attività cantieristiche navali, sono stati aggiunti quelli “di Autorità di sistema portuale”. Soddisfatto l’ex deputato Pd Davide Gariglio: “È una modifica molto utile per le famiglie colpite. Nel 2023 erano già previsti una serie di fondi, ma non erano sufficienti. Adesso siamo giunti a una soluzione economica accettabile per le vittime dell’amianto”.

Numeri

Secondo l’Inail, dal 2017 al 2021, ogni anno in media oltre 1.400 lavoratori sono stati colpiti da malattie asbesto correlate, di cui il 4% di genere femminile con postumi più severi. Numeri che aumentano a poco più di 1.700 casi nel biennio 2017-2019. La mortalità di questi lavoratori è diminuita nel corso del tempo: il 2017 contava un 44% di morti, mentre cinque anni più tardi il 28%. Per quanto riguarda le donne, rileva il report dell’istituto, nel 2017 il 67% delle lavoratrici è poi deceduta, di cui l’11% con menomazione sopra il 50% e solo il 22% inferiore.

Sulle patologie più diffuse, tra il 2017 e il 2019, ogni anno ci sono stati circa 600 casi di tumori maligni di tessuto mesoteliale e dei tessuti molli, equivalenti al 35% delle tecnopatie frutto dell’esposizione all’amianto. Invece, malattie polmonari e tumori maligni all’apparato respiratorio e agli organi intratoracici contavano 270 segnalazioni l’anno (pari al 15%). Nello specifico, i casi di malattie asbesto correlate provenivano principalmente dal settore industriale (75%), in particolare dalla metalmeccanica e dalle costruzioni. Seguiva poi l’artigianato con il 15%.

La ripartizione geografica, tra l’altro, vedeva un Nord-Ovest che nel 2021 concentrava il 75% di tumori maligni di tessuto mesoteliale e dei tessuti molli. Una cifra che rappresentava il 53% dei casi a livello nazionale, davanti al 45% del Nord-Est, il 42% del Centro Italia e il 35% del Mezzogiorno e delle isole.

Il Fondo gestito dall’Inail

A dare un primo slancio (e allineamento alle normative in giro per l’Europa) alla nascita del Fondo gestito dall’Inail è stata la legge n. 244 del 24 dicembre 2007. Alla base è prevista l’erogazione di risorse economiche aggiuntive alla rendita (non soggetta a tassazione Irpef) per chi ha contratto patologie asbesto legate all’esposizione all’amianto e alla fibra “fiberfrax” e, in caso di morte, agli eredi.

Con la circolare n. 14 del 2023, poi, l’Inail aveva disposto alcune novità. Su tutte, la prestazione economica era passata dal 15 al 17%, così come quella assistenziale una tantum per i malati di mesotelioma non professionale e i loro eredi era aumentata da 10mila a 15mila euro.

Nel frattempo ci sono state due estensioni della norma. In primis, con la legge 190/2014 sono aumentati i beneficiari del Fondo. Alla lista, infatti, erano compresi anche “i malati di mesotelioma che abbiano contratto la patologia”. In un secondo momento, con la legge 208/2015, la platea è stata allargata ai decessi per esposizione all’amianto nel corso di lavori nei porti.

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