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Vitamina D e Covid-19, il professor Medico precisa e risponde alle critiche

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Mercoledì 25 marzo i professori Giancarlo Isaia e Enzo Medico dell’Università degli studi di Torino hanno pubblicato un documento sul “possibile ruolo preventivo e terapeutico della vitamina D nella gestione della pandemia da COVID-19”. Caricato online dal sito Lavocediasti.it, è stato rilanciato anche da Repubblica e La Stampa. La giornalista scientifica Beatrice Mautino ha criticato  i due studiosi per aver prodotto “un comunicato stampa nel quale si fanno ipotesi e supposizioni sulla base di una selezione arbitraria della letteratura scientifica e qualche osservazione superficiale sulla diffusione geografica della malattia”. Puntando il dito sulla reazione dei giornali che hanno rilanciato lo scritto, invece di respingerlo in attesa di conferme da una o più ricerche sottoposte a verifiche. David Puente, debunker che scrive sulla testata online Open, ha sottolineato l’effetto di disinformazione nel modo in cui è stato riportato il comunicato, senza precisare che non si trattava di uno studio ma di un articolo.

Contattato per un chiarimento sulla questione, il professor Enzo Medico (ordinario al dipartimento di Oncologia) ci ha risposto che “il lavoro realizzato assieme al professor Isaia non è – come erroneamente scritto da molte testate – uno studio scientifico ma un’analisi della letteratura con cui abbiamo voluto porre l’attenzione sull’argomento. Nel corso delle ultime settimane alcuni colleghi dell’Ospedale di Torino ci hanno segnalato una diffusa carenza di vitamina D nei pazienti ricoverati per essere risultati positivi al Covid-19. Abbiamo quindi deciso di raccogliere una serie di studi clinici per cercare di dare un quadro più organico della questione. Nelle fonti da noi citate vengono presi in considerazione oltre 12mila casi e le pubblicazioni sono sia a favore che contro la tesi benefica della vitamina D. Abbiamo fatto il tutto in maniera estremamente delicata ed equilibrata, senza sbilanciarci, ma riportando evidenze di cui la comunità scientifica era già a conoscenza da tempo”.

“Durante questo periodo di quarantena – prosegue il professor Medico – ma in generale dall’inizio di marzo, molti di noi hanno avuto difficoltà ad esporsi regolarmente ai raggi solari dovendo trascorrere molto tempo all’interno delle abitazioni. Questo può portare ad un tendenziale abbassamento dei valori di vitamina D nel nostro organismo. Riportare questo gruppo di ormoni ai suoi livelli standard aiuta il nostro corpo (a maggior ragione per chi è venuto a contatto con il virus) in tre attività fondamentali: prevenire l’infiammazione delle vie respiratorie, contrastare più efficacemente i sintomi del malessere e supportare il corretto funzionamento del sistema immunitario”.

“Il nostro obiettivo – ha concluso Medico – è quello di raccomandare ai medici impegnati nel contrasto al Covid-19 di fare attenzione che vi siano adeguati livelli di vitamina D nei pazienti positivi e nei loro famigliari, soprattutto se provenienti da conventi o case di cura dove l’esposizione al sole è limitata anche in periodi non emergenziali. Molti colleghi, nonostante spesso stiano lavorando in condizioni davvero precarie, si sono interessati al nostro lavoro e si è avviato un confronto che speriamo sia costante e duraturo. Tra l’altro assieme al professor Isaia abbiamo raccolto un insieme di fonti relativamente limitato per la necessità di accelerare le tempistiche: viste le polemiche avremmo potuto dedicare qualche settimana in più, ma abbiamo voluto aiutare a delineare il quadro dell’emergenza nel modo più rapido possibile. Non verremo giudicati per questo lavoro, non è una pubblicazione e non fa curriculum. Lo abbiamo fatto nel solo tentativo di dare un contributo alla conoscenza su questo virus che sta stravolgendo le nostre vite. Sfido chi ci critica a fare di meglio senza secondi fini”.

FEDERICO CASANOVA

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