Meglio soli che, nel bene o nel male, accompagnati. L’isolamento è la scelta alternativa alla partecipazione, e per molti una via di fuga da una collettività che non sentono più adatta a loro.
Persone che in passato si sono spese per la propria comunità, differenti nell’appartenenza politica e nelle modalità d’azione, si riscoprono adesso disilluse e prive di aspettative per il futuro, decidendo di optare per l’autoesclusione.
La partecipazione alla vita pubblica può essere infatti un percorso difficile e sofferto. In una realtà caotica, che le esperienze singole e contraddittorie della pandemia hanno concorso a complicare, ci si può ritrovare spaesati. Incapaci di districarsi tra migliaia di dichiarazioni, opinioni affermate alzando la voce, verità sfuggenti, come si può trovare il proprio posto per dare un contributo attivo alla società?
Sono i timori di Martina, che nel suo territorio, il Piemonte, non trova più uno spazio di partecipazione, nemmeno a livello cittadino. Da sempre attenta a questioni di sociopolitica, ha deciso dallo scorso giugno di estraniarsi, incapace di stare al passo di un bombardamento ormai insostenibile di notizie contraddittorie. “Dall’inizio della pandemia i giornali dicono tutto e il contrario di tutto. È diventato impossibile (per chi non ha competenze in virologia o medicina) distinguere le fake news, andare oltre i titoli clickbait e capire di chi fidarsi. Si vedono ormai soltanto professionisti con pari qualifiche che litigano tra loro per affermare pareri diametralmente opposti.” Il senso di spaesamento contribuisce ad acuire dei disagi comuni. Così se anche Vito, dalla Sicilia, ci racconta di essere ormai disilluso sulla possibilità di riuscire davvero a fare la differenza nella propria città, Martina continua dicendo di essersi resa conto che “lo sforzo di restare informata mi causava grande stress, panico e senso di tristezza e rassegnazione. Così con mia grande sorpresa, anche se ho sempre cercato di rimanere aggiornata il più possibile fino a farne un punto d’onore, ho deciso di lasciar perdere e concentrarmi sul mio benessere mentale, sperando di poter tornare a informarmi alla fine di questa infodemia.”
Alle storie di isolamento, però, se ne accompagnano tante altre di chi, nonostante le difficoltà, riesce ancora a ritagliarsi uno spazio su misura nella vita sociale e politica del proprio territorio.
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