“Elly, ripartiamo dai circoli!”, “In bocca al lupo!”, “Tifo per te, mi raccomando!”. Fra un’esclamazione e l’altra emerse dalla folla, Elly Schlein si concede un abbraccio o uno scambio di battute con le persone accorse al mercato di Porta Palazzo a Torino. È l’ultima tappa piemontese della candidata alla segreteria del Partito Democratico prima del voto ai gazebo di domenica 26 febbraio.
Testa al voto
Dopo il timbro all’Hiroshima Mon Amour dello scorso 28 gennaio, Schlein ha deciso di immergersi fra le bancarelle di fruttivendoli e venditori di vestiti. Ma sempre col termometro delle primarie sottomano: “Credo che questa mobilitazione si trasformerà in passaparola – commenta la candidata – Nelle scorse primarie hanno sempre votato in più di un milione di persone, spero che arriveremo a quella soglia e che la supereremo naturalmente”.
Elly Schlein cammina fianco a fianco alle tre donne che sostengono la sua candidatura: le assessore comunali Chiara Foglietta e Gianna Pentero e la parlamentare Chiara Gribaudo. “Anche per il Pd serve una guida femminista – sostiene Schlein – basta con gli uomini soli al comando, basta con le donne sole al comando: dobbiamo riscoprirci comunità”. E batte ferro sull’idea di Pd da plasmare: “Dobbiamo ricostruire una sinistra che sia anche ecologista e vada dove le persone si aspettano che stia, al fianco degli ultimi e dei penultimi”.
“Valditara è inadeguato al ruolo”
Selfie con un’anziana che le chiede di salvare la sanità pubblica, un sorriso ai più giovani che le chiedono di “non mollare”. Megafono alla mano, la candidata alla segreteria del Pd tira dritto: “Bisogna rialzare la testa e per farlo serve stare in mezzo alla gente!”. Diversi i punti toccati, uno su tutti: la scuola. “Vorrei che difendessimo anche a Torino l’idea di una scuola pubblica come grande leva d’emancipazione sociale”, incita Schlein.
Infine, la candidata non le manda a dire al ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara: “Un governo che tace sull’aggressione squadrista – commenta – subita da studenti davanti a un liceo di Firenze e se la prende invece con una preside che stava facendo solo il suo mestiere scrivendo agli studenti i valori antifascisti che sono quelli della nostra Costituzione, è un governo che legittima quei metodi squadristi”. Chiosa quindi senza fronzoli: “È inadeguato al ruolo e dovrebbe dimettersi”.