La testata del Master in Giornalismo “Giorgio Bocca” di Torino

Da Torino a Venezia in bicicletta, riparte il Vento Bici Tour

condividi

Oggi alle 10,30 è cominciata la sesta edizione del Vento Bici Tour, un tour in bicicletta che parte da Torino e arriva a Venezia seguendo il corso del fiume Po. Il percorso, che è partito dagli Amici del Fiume in corso Moncalieri, prevede 679 chilometri e attraversa città come Milano e i suoi Navigli e Pavia, Cremona e Ferrara prima di arrivare nel capoluogo veneto.  Questa sarà la prima edizione aperta al pubblico: due week end di pedalate “per ricucire la bellezza”.

Il tragitto di oggi sarà di 70 chilometri, da Torino a Trino, in provincia di Vercelli. Alle 12.30 ci sarà una sosta a Chiasso per il pranzo. Domani, sabato 26 maggio, si pedalerà per 55 chilometri, da Trino a Valenza; domenica invece si arriva fino in Lombardia, a Pavia. Le iscrizioni al tour si possono fare anche sul luogo poco prima della partenza. Da Torino, questa mattina sono partiti settanta ciclisti, ma nel fine settimana il numero aumenta e la media è di almeno cento partecipanti. I numeri sono in crescita rispetto alle edizioni precedenti. L’età media di questa mattina era di più di cinquant’anni, ma nel week end si abbasserà decisamente e farà spazio a giovani e giovanissimi. Qui il link per guardare tutte le tappe del Tour

La novità di questa edizione è il “Vento Photo Shoot”: per raccontare il Po gli iscritti al Tour potranno scattare un massimo di dieci immagini lungo il percorso con macchina fotografica o cellulare. Gli scatti comporranno un reportage visivo dei luoghi attraversati e al rientro si trasformeranno in una mostra fotografica a Milano.

Lungo il percorso di Vento Tour ci sono palazzi storici, musei, borghi antichi e chiese. E poi il Delta del Po, Venezia e la sua laguna, le residenze sabaude, paesaggi che non esistono altrove. Più di mille luoghi di interesse culturale di cui spesso non ci accorgiamo neanche perché sono nascosti da chilometri di autostrade, ferrovie, traffico di tir e automobili. Proprio per scoprire questo patrimonio e questa bellezza di cui rischiamo di dimenticarci, nel 2010 è nato Vento, il progetto di una pista ciclabile di 679 chilometri che dovrebbe collegare Venezia e Torino, le due estremità del Po.

Vento è un’idea del professor Paolo Pileri, che insegna Pianificazione e urbanistica al Politecnico di Milano, e di un gruppo di ricerca composto da giovani architetti dell’ateneo, Alessandro Giacomel, Diana Giudici, Rossella Moscarelli e Camilla Munno, che da anni portano avanti questo “sogno allegro e leggero” a cui hanno aderito circa cinquemila cittadini, oltre a Comuni e Regioni.

Il primo a interessarsi al progetto è stato l’allora ministro dei Beni culturali e del Turismo Massimo Bray nel 2013: da allora Vento è stato inserito tra i progetti cruciali del nostro paese. La novità dell’ultimo anno è che il governo ha inserito le ciclovie nella legge di stabilità, finanziandole con 94 milioni di euro che serviranno per realizzare quattro lunghe piste ciclabili: il Grab a Roma, la ciclovia dell’acquedotto pugliese, la ciclovia del Sole che collegherà Verona e Firenze e poi la pista che appunto porta da Venezia a Torino e che è quella in stato più avanzato, con 120 chilometri su 679 già percorribili in totale sicurezza. Per questi progetti, tra l’altro, il ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture Graziano Delrio ha appena firmato un assegno di 4,77 milioni.

“Il messaggio che vogliamo trasmettere” spiega Munno “è che la bicicletta è un bellissimo mezzo, ma soltanto uno dei mezzi per promuovere il territorio e le persone che ci abitano”. Non ci sono solo pedali: ci sono luoghi dimenticati ma meritevoli di essere scoperti, donne, uomini e l’ambiente che li circonda, c’è un modello di sviluppo a impatto zero che è “alternativo e possibile”. 

“Il modello a cui ci ispiriamo – prosegue Munno – è il Nord Europa con la ciclabile del Danubio Passau Wien, oppure la Germania con i suoi 45mila chilometri di piste ciclabili. La strada è lunga, ma noi continuiamo a pedalare”.

Camilla parla di territorio, di paesaggio, ma anche di lavoro e di economia. “Le ciclabili portano un fatturato a cui nessuno pensa; abbiamo calcolato che in Europa, percorsi come Vento generano un indotto che oscilla tra i 100 e i 300mila euro per chilometro”. Le ciclovie fanno bene al turismo e quindi ad alberghi, bed &breakfast, ristoranti e musei: “Il Politecnico di Milano ha previsto che quando Vento sarà conclusa creerà duemila posti di lavoro“.

Il giro finirà il 3 giugno a Venezia dopo una pedalata di 55 chilometri. “Non è facile cambiare il Paese“, ha detto sorridendo Paolo Pileri. Già in sella alla sua bici è stato il primo a partire e a inaugurare la nuova edizione di Vento: “Noi ci proviamo“.

GIORGIA MECCA 

CORINNA MORI