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Vallette, vandalizzate le luci d’artista. I residenti: “Una ragazzata”

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L’opera era “Ice Cream Light” di Vanessa Safavi: un’installazione di Luci d’Artista con 18 icone luminose. E dieci sono già in frantumi. Il luogo è piazza Montale, quartiere La Vallette di Torino, il vandalo ancora sconosciuto.
I pareri fioccano, tra gli artisti di periferia, il presidente di Circoscrizione Marco Novello (“Era inevitabile), la sindaca Chiara Appendino  (“Puntiamo sulle periferie”) e il Presidente del Circolo dei lettori Luca Beatrice (“Ci sono posti in cui l’arte non arriva”, dichiarazione stigmatizzata da tutti, fino a chiedergli di fare un passo indietro). Ma cosa ne pensano i residenti?

“È la tua città, il tuo quartiere, perché rovinarlo così?” si chiede davanti al consultorio una signora che vuole rimanere anonima. Un gruppo di residenti davanti all’ufficio delle Poste, concorda: “Per una volta che mettono qualcosa di carino qui, buttarle giù è proprio un insulto”. E qualcuno aggiunge: “Ma non è nemmeno giusto infangare un quartiere come ha fatto Beatrice, quando la colpa è solo di una ragazzata”. “Sarebbe stato bello passare di qui, sedersi sulle panchine con tutto illuminato. Un po’ come via Roma” scherzano Maria e Rosa, due signore che abitano in zona. “Sarà colpa dei soliti ragazzini”.

Questa è l’idea che va per la maggiore in Piazza Montale: a sfasciare le luci, secondo molti, potrebbe essere stato qualche ragazzino, che, volontariamente o magari con una pallonata accidentale hanno tirato giù parte dell’opera luminosa. “Sì, sicuramente gli stessi ragazzini di undici-dodici anni che puntualmente ci rompono i vetri dei bagni”, commentano al bar del mercato coperto. “Ma se devo dire la verità qui abbiamo problemi più gravi delle Luci d’Artista”, dice una commerciante. “È anche possibile che qualcuno abbia presto l’installazione come un contentino o addirittura un affronto: ma come, non abbiamo le case, non c’è illuminazione e le strade sono sporche e come soluzione ci mettono le Luci d’Artista?” suggerisce la collega.

Anche per Vito Morlino, che lavora al mercato coperto, dei ragazzini annoiati sono i colpevoli più probabili. Ma il signor Morlino aggiunge anche una spiegazione: “Una signora mi ha detto che sembravano luci di gelateria: la gente non ha capito l’importanza del progetto anche perché non è stato spiegato”.

MARTINA PAGANI