Settantacinque morti sul lavoro nel 2023, soltanto in Piemonte. Più di sei persone che, ogni mese, sono uscite di casa per andare in fabbrica o in ufficio e non sono più tornate dai propri cari. Bisogna partire da qui, dai numeri che raccontano meglio di tante parole il dramma delle morti bianche, per comprendere quanto sia fondamentale creare e diffondere una cultura della sicurezza sul lavoro, partendo dai giovani. Ed è questo l’obiettivo del progetto “Uscite di sicurezza“, nato dopo la tragedia della Thyssenkrupp e ora giunto alla sesta edizione che è stata presentata questa mattina presso l’Ips “Jacopo Beccari”.
Alla presentazione hanno partecipato alcune classi degli Istituti Beccari, Birago, e Bodoni-Paravia, in rappresentanza di quel mondo giovanile a cui è rivolto questo percorso teso a ricordare l’importanza della sicurezza nella vita e nel lavoro, favorendo azioni a favore dei ragazzi fin dal momento della loro formazione.
L’assessore comunale al Lavoro Giovanna Pentenero ha sottolineato che la Città di Torino “è costantemente al lavoro su soluzioni, anche legislative, a tutela delle lavoratrici e dei lavoratori”, soprattutto per “difendere i più deboli dai ricatti e dalle corse al ribasso su salari e difese”. Il questore Vincenzo Pacileo ha ricordato che il mancato rispetto delle norme di sicurezza è causato dalla volontà di “tagliare” i costi di formazione, informazione e rinnovamento tecnologico, ma anche dalla mancata conoscenza delle regole, sia da parte dei datori di lavoro che da parte dei lavoratori stessi.
Le attività a cui, nelle scorse edizioni del progetto, hanno preso parte oltre 1.800 studenti, ogni anno hanno un focus specifico. La quinta edizione ha affrontato il tema della cybersicurezza e per il 2024 l’ambito prescelto è la sicurezza per i più fragili, ossia per ragazzi e adulti che vivono in condizioni più difficoltose e che spesso, per inserirsi o rimanere nel mercato del lavoro, accettano o sottovalutano l’importanza della sicurezza, oppure ne percepiscono soltanto i limiti e non le opportunità.
L’obiettivo è quello di fornire una tutela reale alle fasce più deboli della popolazione: persone con disabilità, immigrate, gli stessi giovani e le donne nei casi di mancata tutela delle differenze di genere.
In cosa consiste il progetto
A tutti i partecipanti verrà fornito un Kit didattico “Cybersecurity” composto da una serie di strumenti a disposizione del personale docente: materiale fotografico e informativo, in forma cartacea e/o multimediale, video con interviste a professionisti esperti di cybersecurity, strumenti per l’attività interattiva, video.
“Scoprire i Mestieri e la Sicurezza” sono prodotti multimediali che raccontano e descrivono vari profili professionali e rischi connessi all’esercizio di una determinata professione.
Con il progetto Smart Safe: la sicurezza per Me!, le scuole della Città, ma anche i singoli giovani, verranno coinvolti in una “call” per la realizzazione di prodotti di comunicazione che sappiano spiegare la sicurezza vista dai ragazzi attraverso un linguaggio innovativo, smart, veloce e immediato, efficace e virale.
Dopo il successo delle scorse edizioni, verrà riproposto #ProudToBeSafe: un urban game, un gioco a squadre, finalizzato alla sensibilizzazione e all’informazione della sicurezza in città. Lo scopo del gioco è superare una serie di prove incentrate sui temi della sicurezza, che forniscono un punteggio crescente in base alla difficoltà.
La “Checklist della sicurezza” prevede poi il coinvolgimento diretto di rappresentanti delle categorie identificate come maggiormente vulnerabili e fragili. Attraverso un percorso di incontri condotti da facilitatori e animatori sociali si lavorerà con i giovani per la definizione di una lista di buone prassi e norme per la tutela della sicurezza sul lavoro, delle pari opportunità e dell’inclusione nel mondo del lavoro.