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Unito, studenti in corteo e confronto con il rettore

Un corteo studentesco in nome dell’antifascismo confluito in un dibattito pubblico con Stefano Geuna, rettore dell’Università di Torino. Nella mattinata di martedì 7 novembre il Campus Einaudi ha raccolto circa 200 studentesse e studenti, pronti a manifestare contro le cariche delle forze dell’ordine in occasione di una conferenza del Fuan dello scorso 27 ottobre.

Giovani che hanno sfilato per le vie torinesi con l’obiettivo di raggiungere proprio il Rettorato di via Po, accompagnati da cori contro l’assessore al welfare della Regione, Maurizio Marrone (invitato alla conferenza) e lo stesso Geuna. Fra bandiere della Palestina e fumogeni, un grido compatto rimbombava: “Ora e sempre Resistenza”.
Oltre a mettere l’accento sulla vena antifascista dell’ateneo, i giovani hanno chiesto chiarimenti sulle tensioni nell’arco dell’iniziativa e invocato le dimissioni del rettore. Al punto da irrompere nella seduta del Senato Accademico intorno alle 11.30, sollecitando un confronto con il responsabile di Ateneo.

Megafono alla mano, Geuna ha accettato il dibattito in un ring di insulti e interruzioni continue. Circa un’ora di botta e risposta dove il rettore ha sottolineato come non sia stata l’Università a contattare la questura e che abbia ricevuto una comunicazione sulla presenza di forze dell’ordine al momento delle tensioni.
Forti le sollecitazione di studenti e studentesse che chiedevano una condanna netta di quanto accaduto. A quel punto, Geuna fa una promessa: “Mi impegnerò in un’interlocuzione con la questura affinché non si verifichino più certi episodi”.

Ma la discussione ha virato anche sul dietrofront nell’estromissione del Fuan dall’albo delle associazioni studentesche. E lì le contestazioni sono cresciute. “Stiamo vigilando – afferma Geuna – per capire le nuove considerazioni a verbale della commissione appello, dopo la prima valutazione della commissione paritetica per l’iscrizione all’Albo”.
Parola quindi al professore Bruno Maida, che presiede quest’ultima commissione: “Nel verbale della seconda commissione – sostiene -, non credo che ci siano risposte alle nostre obiezioni sulla natura del Fuan. Anzi, le nostre osservazioni sono state bypassate. Per questo, chiedo che i verbali diventino pubblici e che ci sia un terzo soggetto che possa valutare quanto definito”.

Su entrambi i punti, Geuna si è mostrato disponibile. Mentre sul primo punto, però, si è detto consapevole che “gli uffici legali seguono procedure rigide”, sul secondo non ha chiuso la porta alla possibilità che “le cose possano essere rimesse in discussione”.