Un aiuto per scegliere la facoltà giusta. Uno dei settori più penalizzati dalla pandemia è sicuramente quello dell’istruzione. Studenti di ogni grado alternano senza continuità didattica a distanza e in presenza, perdono in socialità e hanno una visione sempre più confusa di quello che sarà il loro ruolo nella società e di un loro eventuale passaggio per il mondo universitario. L’iniziativa dell’Università di Torino, in sinergia con l’Ufficio scolastico regionale, è quella di formare degli ambasciatori che possano accompagnare gli studenti nel passaggio cruciale dalle scuole superiori alla scelta del percorso universitario. L’obiettivo è di arrivare principalmente ai più vulnerabili e indecisi, molti dei quali “non vengono solitamente conoscenza dei nostri eventi o ci arrivano impreparati”, dice Paola Ricchiardi, docente di pedagogia sperimentale. “Negli ultimi anni il nostro impegno nella realizzazione di appuntamenti per l’orientamento è cresciuto esponenzialmente, ma non è detto che gli studenti sappiano fruirne correttamente: serve una partecipazione attiva, soprattutto adesso che si svolgono virtualmente.” In molti annualmente fanno la scelta sbagliata: è questa la causa principale dei numerosi, per quanto in diminuzione, casi di abbandono degli studi o di studenti che non riescono a raggiungere un sufficiente numero di cfu nel corso del primo anno, rimanendo indietro nei successivi.
Due filoni paralleli di formazione in cinque moduli ciascuno, “Ambasciatori Unito nelle scuole” e “Ambasciatori Start@Unito nelle scuole”, tenteranno rispettivamente di approfondire le strategie di scelta, mettendo in luce le strategie disfunzionali e gli errori più frequenti, e di utilizzare la piattaforma web dedicata per sperimentare una didattica innovativa. Gli insegnanti coinvolti, 35 in tutto, avranno a disposizione una serie di attività orientative tra cui scegliere, e al termine del progetto riceveranno una certificazione europea che ne attesta la partecipazione. La piattaforma Start@UniTo raccoglierà 50 insegnamenti online accessibili a tutti: “Si tratta di uno dei pochissimi esempi open in Europa.” riferisce Marina Marchisio, coordinatrice del progetto. “Al termine dei moduli verrà portata avanti un’analisi dei risultati ottenuti, per potenziarli ulteriormente nei prossimi anni”.
L’idea è quella di considerare l’istruzione come un percorso unico e comunicante, che abbia inizio dalle prime fasi scolastiche e, passando per l’università, vada avanti per tutta la vita, secondo il concetto di “Long life learning”. “Il passaggio dalla scuola all’università è probabilmente il più delicato, perché cambiano i modelli, i paradigmi di insegnamento e ci si affaccia per la prima volta a un mondo un po’ più adulto” spiega il rettore Stefano Geuna. “In un momento di grande difficoltà come questo, una delle sfide più importanti è proprio quella di riuscire a garantire a tutti i ragazzi una formazione adeguata, che gli permetta di trovare la propria strada verso il futuro professionale cui aspirano.”
“Quella dell’orientamento è sempre più una sfida, perché ci troviamo davanti a un doppio cambiamento. – afferma l’assessora Elena Chiorino – Il mondo universitario e quello del lavoro erano già in evoluzione, ma la pandemia ha ulteriormente cambiato le prospettive. Diventa sempre più evidente la necessità di puntare su nuove professioni e di formare più figure specializzate in quei campi.” All’interno di un mondo universitario dall’offerta sempre più ampia e variegata, che si scontra con un mondo del lavoro sempre più saturo in diversi settori, il disorientamento è inevitabile. “Definire il percorso preciso e arrivare alla scelta del post-diploma con tutte le possibilità che ci sono diventa sempre più complesso. L’orientamento diventa uno dei principali mezzi per garantire l’incontro di domanda e offerta, tenendo ovviamente conto delle ambizioni dei ragazzi.” Tra le sfide anche quella di presentare come una possibilità reale quella di rimanere a lavorare in Italia. La vita all’estero viene spesso vista come unico modo di realizzare i propri progetti professionali ma “è necessaria un’inversione di rotta, che deve partire dalla politica, per rendere gli studenti consapevoli che anche nel loro territorio possono avere aspettative in linea con le loro ambizioni. Deve trattarsi di una scelta, non di una costrizione”.
“La Dad e la pandemia hanno certamente complicato gli scenari, determinando dei deficit nei livelli di apprendimento, ma noi siamo pronti a intervenire con misure di recupero e compensare eventuale ritardi, – riprende il rettore – abbiamo tutti gli strumenti per recuperare il terreno perso. Mi preoccupa di più se uno studente è preparatissimo, ma non fa la scelta adatta alle sue potenzialità e inclinazioni.”