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Una camminata di confronto sull’università

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Per la prima volta le studentesse e gli studenti del Politecnico di Torino si sono potuti confrontare con i docenti e hanno espresso desideri, critiche e suggerimenti per trovare soluzioni ai problemi dei percorsi universitari odierni. Il tutto si è svolto in una cammi-corsa che ha aperto la Settimana della Didattica 2023. Una prima parte di dialogo in piccoli gruppi di studenti e docenti è stata seguita da una riflessione in solitaria.

Tra i temi discussi dai gruppi misti sono emerse anche le questioni più critiche della pressione e della competizione universitaria. La gara continua a chi prende i voti migliori tende a escludere l’aiuto e il supporto reciproco dal percorso formativo di studentesse e studenti. Gli episodi di bullismo, nonostante si possa pensare siano limitati alla scuola, continuano all’università. “Una volta ho dovuto spostare una ragazza da un gruppo di lavoro a un altro perché i suoi compagni la escludevano dal progetto”, ha raccontato Valentina Agostini, docente di bioingegneria del Polito. Nelle materie STEM anche la questione di genere fa parte del problema. Una studentessa di ingegneria biomedica ha raccontato come durante il tirocinio curriculare i suoi colleghi maschi tendevano a non comunicare con lei.  

La competizione prosegue anche con la fine del percorso universitario. Dopo anni sui libri emerge l’ansia di non riuscire a trovare un lavoro soddisfacente. “Ogni anno architetti, ingegneri, urban planners si trasferiscono all’estero a causa degli stipendi italiani troppo bassi”, ha affermato Guido Saracco, rettore del Politecnico di Torino. 

Professori e studenti hanno poi più punti in comune di quanto si pensi. La pressione e lo stress è un tema anche degli stessi docenti universitari, che arrivano ad avere un contratto indeterminato dopo anni di precariato. A questo si aggiunge la mancanza di supporto reciproco e comunicazione tra i professori. 

Il problema sembra essere quindi generalizzato a tutta la struttura universitaria. Il corso Engineering Empathy del Politecnico è un primo passo per integrare nelle materie scientifiche anche gli aspetti più umani e relazionali. “Dovrebbe diventare un insegnamento obbligatorio per tutti”, ha affermato una studentessa. Si aspetta ora la presentazione delle idee e proposte dei partecipanti che si terrà venerdì prossimo all’evento di chiusura della settimana, presso l’aula 8N in via Boggio 59D .