di David Trangoni
«Molti si lamentano che le cose non vanno, ma nel caso dell’Ufficio disabili non posso proprio dirlo». Giorgio, ex-studente dell’Università di Torino, ha usufruito del servizio di accompagnamento disabili per raggiungere le aule di Palazzo Nuovo e ne parla soltanto bene.
Il servizio è nato nel 2000, dopo l’approvazione della legge 7/99 sull’integrazione dei disabili. Da allora numeri e caratteristiche si sono ampliati, arrivando nel 2015/16 a coinvolgere 56 utenti e 24 operatori.
Nunzia Ricco, responsabile dell’ufficio da molti anni, crede che questo servizio non abbia concorrenti, perché: «viene svolto dagli studenti per gli studenti e per questo è impareggiabile».
Si diventa utenti presentando domanda all’ufficio, che valuta le necessità e incrocia i dati delle richieste con l’albo degli operatori, a loro volta selezionati con un bando annuale. Gli studenti possono infatti candidarsi per accedere alle 200 ore di servizio, retribuito con una borsa di studio. La selezione avviene attraverso la valutazione dei curricula e un colloquio attitudinale, in cui i richiedenti devono dimostrare di avere capacità e qualità umane specifiche. Gli operatori non sono volontari, ma il rapporto che si crea con gli utenti è unico.
«Con le risorse a disposizione riusciamo a fornire assistenza a un numero crescente di utenti -continua Ricco – e questo ci riempie di orgoglio per quello che facciamo, anche se non è sempre facile incastrare le esigenze di tutti». Il calendario viene stilato confrontando le prenotazioni degli utenti, che devono richiedere il servizio con anticipo, con le disponibilità degli accompagnatori, che lavorano su turni. «Uno degli svantaggi è che si deve prenotare con anticipo, ma su questo si può stare sereni, se si comprende che l’organizzazione ha i suoi tempi» dice Giorgio, che vede miglioramenti nel trasporto urbano: «In proporzione sempre più mezzi sono muniti di pedana e le fermate non sono più così inaccessibili». Rimangono le buche e i marciapiedi dissestati, ma questa è un’altra storia. In quella dell’accompagnamento disabili, invece, le cose vanno come devono.