Un piemontese su 4 è over 65, famiglie sempre più sole

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“Assistere un anziano non autosufficiente in casa costa fatica, soldi e sofferenza”. Paola, impiegata di 53 anni, divorziata e senza figli, racconta l’esperienza di vivere con la madre di 84 anni, fragile per gli acciacchi dell’età e con una forma di demenza senile. Ormai questa è la normalità per molte persone in Italia. Secondo i numeri dell’Istat per il 2017, nel nostro paese gli anziani – dai 65 anni in su – sono 13.528.550, il 22,3 percento della popolazione. In Piemonte il dato sale al 25,1 percento: 1.100.069 anziani. Significa che per ogni 100 persone giovani, sotto i 14 anni, ce ne sono 198 oltre la soglia della terza età: un dato in crescita da oltre 15 anni, che mostra lo sbilanciamento del peso sociale. Prendersi cura di un parente anziano vuol dire stargli accanto ogni giorno con pazienza e fatica.

In Italia una persona su quattro fa parte della “rete informale” che fornisce cure a familiari e conoscenti. È il “welfare all’italiana”, con le parole dell’Istat, la solidarietà che coinvolge circa 15 milioni di persone. Il popolo dei “caregiver”, termine anglosassone per i “donatori di cure”, è composto per la maggior parte da donne, sposate, disoccupate o con orari di lavoro che permettono di dedicare tempo a un tipo di convivenza particolare. “L’impegno va oltre la terapia per le patologie di cui soffre la mamma – continua Paola – bisogna stare attenti a tante cose e la preoccupazione ti accompagna sempre.Per fortuna lavoro e con l’accompagnamento ce la caviamo”.

Assistenza anziani

In Europa continentale e del Nord il sistema di welfare prevalente è quello della defamiliarizzazione: il settore pubblico fornisce servizi e finanziamenti. In Italia la cura degli anziani poggia sullespalle della famiglia. L’offerta di supporto è limitata all’Assistenza domiciliare integrata (Adi) e alla continuità assistenziale ospedaliera temporanea. In Italia la scelta delle famiglie è tra il ricovero in una casa di riposo e l’assistenza a domicilio. Le strutture esterne costano tra 1.400 e 1.500 euro al mese, ma nelle grandi città la cifra sale. A Torino la retta è intorno a 3.000-3.500 euro, 2.000-2.500 nel resto del Piemonte. Dipende dalla tipologia dei servizi offerti e dalla presenza di convenzioni con gli enti pubblici. L’assunzione di una badante, spesso in nero, è la soluzione più comoda.

La Cisl stima che circa 4 anziani su 10 vengono curati in casa da personale qualificato, assunto spesso con contratti sulla parola, contro la legge. La spesa in questo caso è di 15mila euro annui. In caso di assistenza notturna e di particolari necessità i costi possono triplicare. La legge 104 del 1992 regola la fornitura di aiuti alle famiglie italiane con anziani non autosufficienti e disabili. L’importo dell’indennità di accompagnamento l’anno scorso è stata di 515,43 euro mensili per un totale di 6.185,16 euro annui, esenti dalle tasse e dalla dichiarazione dei redditi. Per chi lavora e abita con una persona non autosufficiente ci sono permessi e detrazioni fiscali. Il nuovo Testo unico della 104 era in lavorazione al Senato prima della fine della legislatura.

Anziani e tecnologia

Nel documento approvato in Commissione Bilancio c’era anche il “fondo caregiver” 2018, con 60 milioni di euro per il triennio 2018-2020, che se divisi per i 3 milioni di aventi diritto, darebbero soltanto 7 euro a testa all’anno. Ora a decidere sarà il nuovo esecutivo. Per aiutare veramente chi ha bisogno si dovrebbero chiarire i criteri per l’accesso al contributo, distinguendo secondo la gravità e il tempo dedicato alla cura. La pressione sui caregiver aumenta con la crescita costante del tasso di invecchiamento. Le prospettive per il futuro delle persone nella situazione di Paola sono sempre più un’incognita.

DAVID TRANGONI