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Un biglietto unico per cambiare la mobilità di Torino

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Si chiama Maas ToMove ed è un nuovo modo per spostarsi nella Città metropolitana. L’ha sviluppata la Città di Torino, con il supporto tecnico di 5T, nell’ambito del Living Lab per testare soluzioni innovative applicate al trasporto urbano e alle merci. La sperimentazione entrerà in vigore ad aprile e consentirà sostanzialmente alle persone di prenotare attraverso un’unica app e acquistando un solo biglietto una formula di viaggio integrata, che contempli, ad esempio, il treno e un mezzo in sharing o un percorso sui mezzi Gtt. 

“Si tratta del primo atto dopo la sottoscrizione del programma Maas, Mobility as a service for Italy” ha spiegato l’assessora Chiara Foglietta nell’ambito del convegno “Innovazione in Movimento” andato in scena alle Ogr.  La giornata è stata anche l’occasione per fare il punto sullo stato di attuazione del progetto Maas, finanziato a livello complessivo dal Piano nazionale di ripresa e resilienza per un totale di più di 40 milioni di euro, oltre ai 16,9 stanziati dal Fondo complementare. Di questi, 10, 8 milioni sono andati alla Città di Torino per Maas e Living Lab. 

Il progetto, già partito nelle città pilota di Milano, Roma e Napoli, si è poi esteso anche alle città metropolitane di Bari, Firenze e Torino, dove entra nel vivo con l’applicazione per il trasporto integrato, che prevede anche un cashback del 20 per cento per i primi mille sottoscrittori e un welcome bonus per i primi 5 mila.  A Milano e Torino, poi, sono stati attivati i due Living Lab per lo sviluppo di soluzioni innovative e sostenibili. In città, in particolare, è allo studio la sperimentazione di un servizio di trasporto collettivo pubblico autonomo, accompagnato da servizi di infomobilità cooperativa. Tra i tre assi principali di studio e intervento, infatti, oltre alla mobilità sostenibile e alla consegna robotizzata delle merci nell’ultimo miglio, vi è anche il test di un trasporto pubblico associato a servizi cooperativi, al fine di ridurre l’uso dell’auto. 

Questioni su cui si innestano anche altri tipi di questioni: l’ecologia, la transizione digitale, l’equità sociale.  “Abbiamo ereditato una situazione disastrosa a livello di connettività – ha dichiarato il sottosegretario all’Innovazione Alessio Butti – con ritardi sia da parte di Tim sia da parte di Open Fiber, che ha già annunciato che non sarà in grado di rispettare la scadenza del 2026 prevista dall’Europa per la connettività nelle aree grigie, in cui c’è un unico operatore a fornire la banda larga. È chiaro che questa deve essere la priorità, perché senza connettività non si può parlare di tutti gli altri servizi”. Per Butti, invece, i progetti di Mobilità integrata rappresentano una visione di città che previlegia “l’accessibilità, la sostenibilità e, soprattutto, le persone”. A margine, il sottosegretario Butti ha anche fatto appello ai sindaci affinché si mettano da parte le diffidenze nei confronti del 5g, “rispetto a cui non ci sono evidenze scientifiche di rischio sanitario”.  Il sindaco Stefano Lo Russo, invece, è tornato a chiedere al Governo e all’Europa incentivi pubblici a fondo perduto sulla mobilità elettrica.

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