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Un anno di Milan cinese, il bilancio tra risultati sportivi e incognite finanziarie

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Giovedì 13 aprile 2017 Yonghong Li diventava il nuovo presidente del Milan, rilevando con la Rossoneri Sport Investment Luxembourg il 99,93% delle quote azionarie dalla Fininvest di Silvio Berlusconi. Alle 14:01 arrivavano i bonifici da 370 milioni di euro a coprire l’ultima parte dei 740 previsti per l’operazione e veniva firmato ufficialmente il passaggio di proprietà nello studio notarile “Gianni, Origoni, Grippo, Cappelli & Partners”.
La squadra rossonera allenata da Vincenzo Montella era sesta in Serie A e si preparava ad affrontare l’Inter nell’insolito derby del Sabato Santo alle 12:30, terminato al 97’ con una spettacolare rimonta da 2-0 a 2-2 firmata dai difensori Alessio Romagnoli e Cristian Zapata. A un anno di distanza il Milan è ancora sesto, Montella è stato sostituito in panchina da Gennaro Gattuso dopo una partenza ad handicap in campionato e si prepara ad affrontare il Napoli a San Siro senza Romagnoli, ma con Zapata che tornerà titolare dopo 18 partite, quasi un intero girone: l’ultima apparizione in campo del colombiano contro il Torino coincide con l’ultima presenza a bordo campo di Montella.
Nel mezzo, i tifosi milanisti hanno imparato a conoscere Marco Fassone e Massimiliano Mirabelli, rispettivamente nuovo amministratore delegato e direttore sportivo, prima guardati con sospetto perché ex Inter e Juventus, poi esaltati per la faraonica campagna acquisti estiva da 247 milioni, infine ridimensionati dalle prestazioni non sempre esaltanti degli 11 calciatori acquistati. Il “passare alle cose formali” aveva entusiasmato così tanto i tifosi da far registrare più volte il tutto esaurito allo stadio, anche in partite contro avversari di livello nettamente inferiore come i rumeni del Craiova e i macedoni dello Škendija nei preliminari di Europa League a luglio e agosto.

Le aspettative di una qualificazione alla prossima Champions League avevano preso il posto dello scetticismo sull’effettiva “esistenza” dei cinesi e sul loro potenziale economico: Yonghong Li appariva solido e in grado davvero di “riportare il Milan sul tetto del mondo”, come promesso un anno fa.
E invece le nubi si sono addensate sulla sede di via Aldo Rossi quando l’Uefa ha rifiutato il voluntary agreement, mettendo in dubbio la pianificazione dei prossimi tre anni dal punto di vista sportivo e societario: troppo dipendente dai risultati che, finora, non stanno arrivando, finale di Coppa Italia contro la Juve a parte. Le attenzioni dei quotidiani italiani ed esteri come Il Corriere della Sera e il New York Times sulle società e proprietà di Mister Li in Cina, concentrate soprattutto in momenti di pausa della stagione, hanno fatto alzare il livello di guardia e alimentato la possibilità che il Milan finisca nelle mani del fondo Elliott, creditore verso Li di circa 360 milioni di euro considerati interessi e commissioni.

L’ultimo colpo subito dal presidente è arrivato il 20 marzo, quando il tribunale del popolo di Shenzhen ha ufficialmente dichiarato fallita la società indicata come la più liquida nel suo curriculum, la Jie Ande, su cui pendeva una richiesta di liquidazione per bancarotta da parte della Banca di Canton e ora commissariata. Nessun effetto diretto sul Milan, al momento, neanche per il fascicolo aperto il giorno dopo dalla Procura di Milano sulle operazioni sospette nell’ambito delle operazioni di acquisto del club, senza ipotesi di reato né indagati. Notizie giudicate “irresponsabili” e “destabilizzanti” da Yonghong Li, che comunque dovrà rifinanziare il debito con Elliott e sta provando ad aumentare la sua liquidità attraverso gli aumenti di capitale per un totale di 34,7 milioni di euro necessari per chiudere il bilancio. La settimana scorsa è arrivato il primo versamento da 10 milioni e da Casa Milan assicurano che le rate arriveranno regolarmente entro il 30 giugno.
Debiti che pesano poco sul club, praticamente solo sul suo proprietario, che cerca un accordo con la banca d’affari Merrill Lynch per rifinanziare il debito e trovare nuovi investitori per la Rossoneri Sport in modo da saldarlo, come da accordi con Elliott, entro ottobre.

LE RASSICURAZIONI DI FASSONE

Un’operazione non semplice, ma secondo Marco Fassone il Milan non finirà nelle mani del fondo statunitense: “Mi pare strano, ai confini dell’impossibile, che avvenga questo per un presidente che ha messo così tanti soldi in un club, e continua a metterli. Il Milan andrebbe a Elliott solo se Mister Li non facesse più aumenti di capitale, dunque mi pare un’ipotesi molto remota”, ha dichiarato l’ad in un’intervista a La Gazzetta dello Sport.
La società deve convincere l’Uefa per il settlement agreement fino al 2021, anno in cui scadrà il contratto di Gattuso rinnovato una settimana fa, e rientrare nei paletti del fair play finanziario, nella speranza di non subire sanzioni per le violazioni avvenute durante la gestione precedente, come il blocco del mercato in entrata. E a proposito, tiene sempre banco la questione relativa a Gianluigi Donnarumma e i rapporti ora tesi ora morbidi con il suo procuratore Mino Raiola. La cessione temuta dai tifosi, soprattutto dopo l’accordo raggiunto per la prossima stagione con Pepe Reina, non sembra preoccupare Fassone: “Da parte di tutti noi – compresi Mirabelli e Gattuso, ndr – c’è totale fiducia. Gigio è uno dei nostri pilastri e sarà il portiere titolare molto a lungo”. Anzi, prosegue l’ad, “I tifosi possono aspettarsi 2-3 giocatori nuovi nei punti ritenuti critici”, in particolare le punte centrali: Patrick Cutrone, Nikola Kalinić (vicino all’addio a giugno) e André Silva hanno realizzato solo 14 dei 43 gol totalizzati in campionato.

GLI AUGURI DI YONGHONG LI

Il presidente del Milan ha voluto condividere con la tifoseria rossonera gli obiettivi per il futuro, assicurando di mantenere tutti gli impegni finanziari assunti.
Ecco la lettera aperta di Li:

“Cari tifosi,
Sono molto emozionato di festeggiare il nostro primo anno insieme.
Molte cose sono successe in questi dodici mesi. La scorsa estate abbiamo finalizzato con vera passione l’investimento finanziario più importante nella storia del Club, dando vita a un team giovane, talentuoso e ambizioso, guidato da Rino Gattuso, un allenatore passionale e carismatico. Un tecnico che gode della mia stima incondizionata, del supporto della dirigenza, di tutte le persone del Milan e, ne sono sicuro, dei tifosi rossoneri di tutto il mondo.
Abbiamo affrontato un percorso ricco di sfide, la strada fatta quest’anno non sarebbe stata possibile senza il contributo di ogni singolo dipendente del Club e di questo ve ne sono molto grato. Colgo l’occasione per sottolineare ancora una volta che stiamo dedicando tutte le nostre energie a questo progetto di crescita del Milan. Certamente abbiamo ancora della strada da fare per raggiungere i nostri obiettivi e per riportare il Club lì, dove merita di essere: ai vertici del calcio europeo.
Mentre stiamo celebrando questo primo anno positivo, sappiamo che questo è solo l’inizio del nostro progetto di rendere il Milan stabile e vincente, un progetto che porteremo avanti puntando sempre all’eccellenza e nel pieno rispetto di tutti gli impegni finanziari assunti. La vostra passione, la nostra passione, saranno la nostra ispirazione quotidiana. ‘Le stelle sono la nostra destinazione’.
Grazie a tutti voi per il sostegno dimostrato a questa squadra giovane e ricca di talento, insieme possiamo raggiungere qualcosa di veramente speciale.
Forza Milan!”

ARMANDO TORRO