Da via Spalato, nel quartiere Borgo San Paolo di Torino, arriva un nuovo progetto che promuove smart city e sostenibilità: un’applicazione per mettere in rete i coworker e mappare i quartieri cittadini per trovare spazi disponibili e creare così un modello di “economia di prossimità”. Ultradistrict Living Lab è il nuovo progetto a basso impatto ambientale del coworking torinese Ultraspazio: alla base c’è la piattaforma digitale “Ultra app”, che sarà pronta in autunno.
Secondo i risultati dell’Osservatorio Smart Working del Politecnico di Milano, nel 2019 la percentuale di grandi imprese che ha avviato al suo interno progetti di Smart Working è il 58%, in crescita rispetto al 2018. La produttività a distanza imposta dalla diffusione del coronavirus ha accelerato questa dimensione del lavoro fattà di flessibilità, condivisione di spazi, esperienze e servizi. Grazie a Ultraspazio, trovare un luogo di lavoro vicino a casa sarà più semplice e immediato: attraverso la geolocalizzazione di tutti i luoghi di lavoro condiviso presenti in città, l’utente potrà segliere quello più adatto alle proprie necessità nel lungo e nel breve periodo. Tutto questo si traduce in più comodità, meno tempo sprecato per gli spostamenti, meno inquinamento.
Lo strumento interattivo permette all’utente di geolocalizzare tutti luoghi di lavoro condiviso presenti in città, in modo da scegliere quello più adatto alle proprie necessità nel lungo e nel breve periodo. L’app rileva lo spazio coworking più vicino alla propria abitazione o alle esigenze di giornata, ne indica la capienza, la tipologia e il costo, il numero di presenze al suo interno, la disponibilità di parcheggio, suggerisce le modalità di spostamento eco-sostenibile e consente di prenotare in tempo reale una stanza, una postazione o anche solo la sala riunioni per il tempo necessario. Grazie all’app non solo i coworkers, ma anche i cittadini, potranno scoprire le risorse presenti nei singoli quartieri: dagli asili alle soluzioni di mobilità sostenibile, dalle opportunità per il tempo libero all’offerta sportiva, dagli spazi utili a ospitare iniziative ed eventi, fino ai locali per il pranzo e l’aperitivo. Un modo per contribuire concretamente all’economia delle piccole realtà del quartiere, tutto prenotato e pagato in tempo reale.
A disposizione degli utenti, i proprietari degli immobili mettono in rete e propongono come spazi coworking i locali inutilizzati o sottoutilizzati come alloggi, giardini, sale riunioni di un albergo o di uno studio professionale, caffetterie, ville, edifici di pro- prietà comunale, statale o della curia.
Visualizza questo post su Instagram
Un post condiviso da ULTRASPAZIO (@ultraspazio_coworking_torino) in data:
Oltre a Ultra App, il progetto comprende anche Ultrahabitat, una piattaforma per trasformare i luoghi di lavoro coinvolgendo workers, partners e fornitori specializzati in architettura, comunicazione, marketing e digitalizzazione dei servizi. Tutto in chiave innovativa e sostenibile, anche nel rispetto delle nuove normative imposte da Covid19 per creare luoghi salutari, sicuri e di contrasto all’inquinamento. Ad esempio utilizzando le vernici “mangia smog”, i filtri verdi bio tecnologici, utilizzando materiali riciclabili e di lunga durata.
Come spiega l’architetto Ezio Gaude, Ceo di Ultraspazio, “Ultradistrict Living Lab vuole essere un ambiente di innovazione aperta che coinvolge la community di Ultraspazio nelle fasi di co-creazione, esplorazione, sperimentazione e valutazione. L’obiettivo finale del progetto è quello di aprire nuove strade per lo smart working, offrendo al contempo soluzioni innovative per una città più sostenibile a livello sociale, economico e ambientale”. Come spiega Gaude, a beneficiare del progetto saranno sia i lavoratori autonomi che le aziende private o pubbliche, ma anche i gestori degli spazi di coworking, così come i proprietari degli immobili.
“Le attività commerciali di quartiere che avranno l’occasione di farsi promozione e avvicinare nuovi clienti in un’ottica di economia circolare di prossimità – aggiunge l’architetto Gaude – Ma, più in generale, tutti i cittadini che si godranno una città più smart, efficiente e sostenibile”.
Ad oggi il coworking diffuso coinvolge già cinque realtà torinesi oltre a Ultraspazio: Spazi Inclusi, la realtà nata nel 2013 in via Po, l’albergo Golden Palace in via Arcivescovado, la Sala Tabacchi dello studio di architettura Ata nel quartiere San Salvario in vis Belfiore e il loft Out Of Office dell’agenza di comunicazione Bellissimo in via Regaldi 7.
Il progetto mira a diventare un modello prima cittadino, poi nazionale e infine capace di ampliarsi anche oltre confine. Le sedi internazionali già ci sono, a Shanghai e Beirut. Chissà quali saranno le prossime.