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Tutti all’Inferno (e in Purgatorio) con la Divina Commedia in realtà virtuale

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Tutt’intorno, la Selva Oscura. Non poteva che iniziare così la Divina Commedia in versione realtà virtuale, un’esperienza che per la prima volta approda al Museo del Cinema di Torino. Si indossa il visore e in un attimo ci si ritrova a compiere i primi passi nell’Inferno, faccia a faccia con le anime dei dannati. L’eternità del racconto dantesco si unisce all’innovazione tecnologica, permettendo a ognuno di diventare il Sommo Poeta e attraversare l’oltretomba.

Il progetto è stato ideato da Rai Cinema e ha preso vita grazie alla produzione di ETT del Gruppo Scai. Il desiderio è quello di offrire nuovi strumenti per permettere ai ragazzi di conoscere meglio e addentrarsi nell’immensa e meravigliosa opera che è la Divina Commedia. A guidare il progetto un’idea precisa: quale miglior modo per imparare se non facendo un’esperienza diretta?

Per una decina di minuti si diventa Dante. Ed è interessante perché ciò che guida tutta l’opera è proprio il concetto di universalità. Il Poeta incarna l’uomo che compie un viaggio nell’umanità, sviscerandone ogni aspetto.  Dante è ognuno di noi e ognuno di noi è Dante. La realtà aumentata non fa altro che rendere ancora più nitido questo aspetto, rubando un po’ di spazio (questo è da dire) all’immaginazione.  “Si tratta di un approccio nuovo – spiega Giovanni Verreschi, ceo di ETT spa – che in futuro potrebbe offrirci la possibilità di esplorare altri capolavori della letteratura grazie a un suggestivo viaggio immersivo”.

Ci sono le fiamme, il terreno bruciato, il buio pesto che avvolge e divora. Ci sono le arpie e le sagome delle anime, c’è un bosco che “da neun sentiero era segnato”. Proprio qui si incontra Pier delle Vigne, dal suo tronco sgorga il sangue mentre in sottofondo una voce dice: “Perché mi schiante?”. E poi si passa al Cocito, dove si ha il timore di incontrare il Conte Ugolino e invece si arriva a quattro occhi con il Diavolo, le sue tre testi e le grandi ali. Inghiottisce le anime che gli capitano a tiro, la sua fame non si arresta quando ad un certo punto: luce. 

Si arriva in Purgatorio, si sorvola il monte e si approda sulle sue spiagge. Alle spalle i colori di un tramonto velato, di fronte l’angelo portiere che segna la fronte con le sette “P”. Poi, di fianco, in fila passano le anime dei superbi che portano sulle spalle il peso della loro condanna. Non manca l’invidia, che impedisce la vista a coloro che si son macchiati del peccato. Gli occhi cuciti da un filo di ferro e la testa coperta da un mantello: su di loro c’è un primo piano. E infine, finalmente, Beatrice.

Grande assente di questa versione  della Divina Commedia in realtà aumentata è Virgilio, che non compare proprio mai. Decisamente una sorte infelice per la storica guida di Dante, una cosa che non si spiega. Secondo grande assente è il Paradiso. Qui però c’è una spiegazione: non è stato ancora prodotto, ma potrebbe essere nella lista dei progetti futuri di Rai Cinema e di ETT. 

È possibile sperimentare la Divina Commedia in realtà virtuale fino al 3 aprile, in programmazione al Museo del Cinema di Torino.

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