Torino si tinge di viola. Riflettori fucsia puntati, questa sera, giovedì 21 novembre, sulla facciata dell’ospedale Molinette, sulla cupola del Guarini e sulla caserma Bergia. Ricorre, infatti, la giornata dedicata alla conoscenza e alla prevenzione del tumore al pancreas. Ma tra numeri preoccupanti di un fenomeno in aumento, arriva in questa occasione anche una notizia di speranza.
Il professor Francesco Novelli di Torino sta lavorando alle Molinette su un vaccino contro il tumore pancreatico, coordinando una equipe di ricercatori del Centro ricerche medicina sperimentale (CeRMS) di Torino. Sono passati dodici anni di studi e sperimentazioni sui topi da laboratorio. La novità è che tra un anno circa, afferma il professore, il vaccino potrebbe essere finalmente sperimentato sull’uomo.
Novelli guarda con ottimismo al futuro: “Gli animali vaccinati – osserva – hanno evidenziato un aumento di sopravvivenza molto significativo del 30% della loro aspettativa di vita, che sarebbero anni per l’uomo, il quale ha in media sei mesi, massimo un anno di sopravvivenza dalla diagnosi”.
Questi studi hanno dapprima identificato dei bersagli potenziali del tumore pancreatico, attraverso la ricerca di anticorpi presenti nel siero con pazienti tumorali. Il team Novelli ha così scoperto che i pazienti affetti da tumore del pancreas che possiedono un particolare tipo di anticorpi (anti alfa-enolasi) rispondono meglio alle terapie. Una volta ottenuto il vaccino, gli animali sono stati geneticamente modificati per sviluppare un tumore pancreatico simile a quello dell’uomo. Su questi animali è stata effettuata la vaccinazione.
Nel 2020 si attenderà la risposta dal Ministero
Ora partirà la fase uno della sperimentazione, testando un protocollo di vaccinazione combinato con chemioterapia e radioterapia e altri farmaci immunoterapici. “Vogliamo verificare intanto la non tossicità del vaccino sull’uomo, per poi passare a studiarne l’efficacia su una ventina di pazienti che vorremmo reclutare da Torino e da altri centri italiani”.
In questo tempo si sta preparando la documentazione da inviare all’Istituto Superiore di Sanità per avere l’approvazione per questa terapia. Si spera, nel giro di un anno, di poterla sperimentare sull’uomo.
La ricerca del vaccino è no profit. La Fondazione Ricerca Molinette onlus a Torino sta facendo da collettore delle raccolte di fondi. Chi volesse contribuire può farlo contattando qui la Fondazione.
Una patologia trasversale e in aumento
Un problema nazionale, senza distinzione di regioni. E purtroppo anche di età. Perché, come spiega, Rosella Spadi, medico del Coes Centro Oncologico e Ematologico Subalpino delle Molinette, a esserne colpiti sono anche i più giovani, la generazione dello Spritz, e non ci sono screening o metodi per la diagnosi precoce.
Sappiamo solo che è un processo multifattoriale, dovuto in particolare agli stili di vita, al peso corporeo, al fumo di sigaretta e all’alcol. Il cancro al pancreas si presenta con sintomi subdoli come mal di schiena o addominalgia, quando ormai è troppo tardi per debellarlo.
Intorno al 2030 sarà la seconda causa di morte per tumore, dopo il carcinoma al polmone. E si registrano 13 mila casi all’anno solo in Italia, ben distribuiti su tutto il territorio nazionale, senza distinzioni rilevanti tra nord e sud. È un problema nazionale. In Piemonte si registrano circa 1100 nuovi casi l’anno.
Il noto calciatore Gianluca Vialli è diventato il simbolo della lotta contro questa patologia, contribuendo a una maggiore diffusione di conoscenza. L’Aiom (Associazione Italiana di Oncologia Medica), della quale Rosella Spadi è coordinatrice regionale, è molto attenta alle campagne di informazione nutrizionali.
Dottoressa, a che punto siamo con la ricerca?
“Male. È uno dei pochi tumori che sta aumentando. In incremento per tutti i sessi. Si stima che intorno al 2030 rappresenterà la seconda causa di morte per cancro. Perché l’incidenza sta aumentando ed è difficile fare una diagnosi precoce. Quando un paziente arriva da noi con una diagnosi del tumore al pancreas è normalmente già in fase avanzata”.
Tra le cause c’è anche lo smog?
“Non posso dirlo perché non ci sono dati scientifici. Ci sono numerosi fattori: dieta, peso corporeo elevato, assenza di attività fisica, fumo di sigaretta, alcol”.
Ha un’incidenza mortale elevata?
“È una delle malattie più aggressive e letali. La sopravvivenza a 5 anni dei pazienti affetti da cancro del pancreas è intorno al 5-10%. Abbiamo poche armi terapeutiche a disposizione”.
Possiamo dire che, in questo caso, la prevenzione non è un’arma?
“No, non abbiamo uno screening come per il tumore al seno, non abbiamo nulla per fare una diagnosi precoce. Questo è il dramma. Ci sono pochi trattamenti, si arriva tardivamente a fare la diagnosi. Si presenta con sintomi molto subdoli: mal di schiena, addominalgie vaghe senza grossissimi segni. E quando questi sintomi si presentano, la malattia è già in fase molto avanzata”.
Si è abbassata anche l’età dei pazienti affetti?
“Assolutamente sì”.
Qual è la speranza?
“L’informazione e la ricerca. Il tumore del pancreas risponde poco e male alle nuove terapie, perché ha un microambiente tumorale molto dermoplastico che difende il tumore dall’aggressione dei farmaci. La ricerca e la conoscenza approfondita ci porteranno ad avere nuove speranze, ma ci sarà bisogno di tempo. Ci sono tante cose che non sappiamo del tumore al pancreas dal punto di vista biomolecolare. È stata una patologia orfana in questi ultimi anni, c’è stata poca attenzione, perché effettivamente era rara. Ora non lo è più. È un problema nazionale e sociale”.
Casi di tumore al pancreas (anno 2017) |
13000 in Italia |
Previsioni 2019 |
13500 in Italia |
In Piemonte |
1100 nuovi casi l’anno |
1992-2016 |
Aumento del 62% in Europa |
Cause principali |
Fumo, alcol, obesità |
Fumo di sigaretta |
30% dei casi |
Donne |
Quarto tumore più diffuso |
Fumatori |
Rischiano il triplo |
Sopravvivenza dopo 5 anni dalla diagnosi |
8% |
Sopravvivenza dopo intervento |
15% |
Sopravvivenza cancro alla mammella |
87% |
Sopravvivenza cancro al colon retto |
66% |
Cancro al pancreas non asportabile chirurgicamente |
85% dei casi |
Diagnosi in stato iniziale |
Solo 7% dei casi |
Previsioni anno 2030 | Seconda causa di morte per neoplasia |
Su 300 ospedali in Italia |
3 interventi all’anno a ospedale |
Costi sociali in Europa |
4 miliardi di € all’anno |