Più della metà dei ricorsi presentati al Tribunale amministrativo regionale del Piemonte nel 2025 fanno riferimento alla Carta del docente. Un flusso straordinario di pratiche che impedisce al Tar di lavorare celermente: “Il nostro lavoro è impedito, tempo e risorse sono sottratti ad altre cause, che si trovano la strada sbarrata” denuncia il presidente Raffaele Prosperi. “Non sono casi eclatanti dal punto di vista giuridico, o complicati, si risolvono in serie, senza sforzo intellettuale – spiega, eppure comportano – un problema gravissimo”.
La Carta del docente – il bonus annuale di 500 euro da spendere in formazione o strumenti di lavoro – infatti, viene fornita solamente agli insegnanti di ruolo, nonostante ne abbiano diritto anche i precari. La soluzione per chi non ha un contratto a tempo indeterminato è quella di rivolgersi al Tribunale del lavoro, spesso con il supporto dei sindacati, che forniscono anche online i documenti necessari. “Le sentenze sono sempre favorevoli – prosegue Prosperi – ma non sono adempiute”. I soldi, quindi, non arrivano, e ai lavoratori non resta che ricorrere al Tar: nel 2024 lo hanno fatto in 887, nel 2025 già in 261, più della metà dei 450 procedimenti avviati. “Noi non possiamo fare altro che continuare a emettere le sentenze, ma l’amministrazione o il legislatore devono intervenire per risolvere il problema, che crea anche un danno economico allo Stato, perché chi non versa i soldi agli insegnanti è condannato a pagare le spese”.