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Trento stravince e fa la storia: prima Coppa Italia per le aquile

Final Eight 2025, le aquile bianconere di Trento riscrivono la loro storia e vincono la finalissima di Coppa Italia. Crollo finale dell’Olimpia Milano contro gli underdogs delle Dolomiti: il tabellino segna 79-63, con 16 punti di distacco. Sold out annunciato all’Inalpi Arena di Torino, che sorpassa il record dell’ultima edizione con oltre 46mila spettatori lungo tutto il torneo e punta la 50esima edizione del 2026, ormai a un passo.

I pronostici alla vigilia

Per la prima volta nella sua storia, Trento non solo ha raggiunto la finale di Coppa Italia, ma l’ha vinta. Un’impresa storica, resa ancora più significativa dall’avversario che aveva di fronte: Milano, otto volte campione d’Italia, con gli ultimi due titoli conquistati nel 2021 e nel 2022. L’Olimpia, vincitrice degli scorsi tre campionati, partiva indubbiamente favorita secondo i pronostici. 

Al fischio d’inizio, la squadra di Ettore Messina si presentava come la più efficiente al tiro dell’intera Serie A, con un impressionante 50,3% complessivo: 40,2% da tre, 57% da due e 82,7% ai liberi. Numeri che certificavano la forza della formazione più titolata d’Italia, con 31 scudetti, 8 Coppe Italia, 5 Supercoppe italiane e 3 Euroleghe. A dare ulteriore peso all’Olimpia era la guida in panchina: Ettore Messina, con i suoi nove successi, è l’allenatore più vincente nella storia della competizione. Dopo aver già conquistato la Supercoppa 2024, Milano aveva tutte le carte in regola per puntare al triplete, un traguardo che in Italia manca dal 2015, quando a centrarlo fu Sassari. Eppure, la corsa dell’Olimpia aveva già mostrato qualche segnale di fatica. Dopo una netta vittoria agli ottavi contro la Virtus Bologna, ai quarti Milano aveva sofferto contro Brescia, portando a casa il match al termine di una battaglia. Un campanello d’allarme, considerando che la finale rappresentava la sesta partita in appena tredici giorni.

Quella di oggi è stata la 46esima sfida tra le due squadre. Nei 45 precedenti, l’Olimpia aveva avuto la meglio in 31 occasioni, mentre Trento si era imposta 14 volte. In Coppa Italia esisteva un solo confronto diretto, quello dello scorso anno, quando Milano aveva eliminato Trento ai quarti (80-57) prima di arrendersi in finale contro Napoli. Tuttavia, un segnale incoraggiante per la Dolomiti Energia era arrivato dall’ultimo scontro in campionato: alla sesta giornata, la squadra di Galbiati aveva travolto l’Olimpia con un netto 91-57. Così, è arrivata per Trento la vittoria della prima Coppa Italia della sua storia. 

I momenti salienti di Trento-Milano

Lo stato di grazia del californiano Jordan Ford, mvp della serata e top scorer con 23 punti a segno, e la grande rivelazione del torneo, Quinn Ellis, guidano il trionfo storico di Trento. Il playmaker bianconero classe 2003 ha trascinato la Dolomiti Energia in finale, con due solide prestazioni contro Reggio Emilia e Trieste e si è aggiudicato ben due premi: miglior giocatore delle Final Eight 2025 e primatista di assist. Al compagno di squadra Saliou Niang va invece il riconoscimento Best Ita Fastweb, per il miglior cestista italiano della competizione.

La finalissima si apre con assoluto equilibrio: i due quintetti rispondono colpo su colpo e si prospetta una battaglia tra giganti, ma presto la tenuta di Olimpia Milano cede il passo al ritmo martellante dei trentini. “Entrano con troppa facilità”, reclama spazientito il coach Ettore Messina durante il primo time out. La strigliata va a buon fine: i biancorossi sistemano la linea difensiva e chiudono il primo quarto sotto di appena un punto. Tiratori da tre a secco per entrambe le squadre nel primo atto. Si sblocca in corso d’opera il capitano dell’Olimpia Giampaolo Ricci, che spara al cielo e mima il gesto esultando. Non basterà: la sua è l’unica tripla dei milanesi in tutta la partita, su 21 tentativi.

Fatica a carburare il cestista più temuto dell’Olimpia, Shavon Shields: 3 punti soltanto a metà gara e ben pochi pericoli causati alla sua ex squadra. Trento allunga sull’avversaria grazie ai colpi di Jordan Ford e alla tripla finale di Eigirdas Zukauskas, che spacca la sirena. Non si placa la tensione nella panchina milanese: volano scintille tra Ettore Messina e l’ex Nba Leandro Bolmaro, che non accetta di buon grado i richiami furiosi del suo allenatore.

L’highlight del terzo quarto non può che essere la schiacciata del bianconero Myles Cale, che sfrutta il corridoio lasciato ingenuamente libero da Milano: si infiamma il pubblico dell’Inalpi Arena, che pende dalla parte degli underdogs. I cori del pubblico trentino superano il muro di fischi dei tifosi lombardi, mentre Jordan Ford e Quinn Ellis continuano a segnare canestri da giocolieri. L’ultimo quarto incorona il sogno delle aquile trentine, mentre si respira nervosismo in casa Olimpia e l’infortunio di Bolmaro non aiuta: non bastano i 20 punti totali dell’ex Chicago Bulls Nikola Mirotic. 79-63, la vittoria va a Trento: la legacy delle aquile è appena iniziata.

Le parole degli allenatori

Ettore Messina: “Prima di tutto faccio i miei complimenti a Galbiati e alla sua squadra. Hanno meritato di vincere e hanno dimostrato non essere una causalità il fatto che siano primi in campionato. Venendo a noi, le cifre sono indicative: la nostra partita è stata di una povertà preoccupante, siamo stati surclassati sotto ogni punto di vista. In difesa abbiamo subìto tantissimo gli 1 vs 1, in attacco le nostre iniziative individuali sono state alla ‘viva il parroco’. Non può essere una giustificazione il fatto che per noi fosse la sesta partita in tredici giorni, ma la squadra mi è sembrata vuota e loro sono stati bravi ad attaccare i nostri punti deboli”. Invece, per quanto riguarda le motivazioni della sconfitta, aggiunge: “Abbiamo fatto pochissimo movimento di palla. Nei momenti in cui c’era da scegliere se tirare o dare la palla sul lato debole, non l’abbiamo mai passata”. Conclude così Messina, alzandosi e lasciando furibondo la sala stampa. 

Di tutt’altro umore Paolo Galbiati, che non nasconde l’incredibile emozione per quella che è stata la vittoria della seconda Coppa Italia per lui: “Sono felicissimo. Abbiamo giocato rispettando quello che ci eravamo prefissati di fare: a parte qualche minuto durante il primo quarto, siamo riusciti a imporre il nostro ritmo alla partita. Siamo stati bravi a non farli mai accendere, perché se non corri, ti strozzano”. Si mostra entusiasta anche parlando della squadra: “È un gruppo umanamente speciale. Stamattina non è sceso nessuno a fare colazione. Sono arrivati direttamente nella saletta dove avevamo disegnato un campo per terra alle 11. Stasera li guardavo giocare ed ero felice”. Infine, commentando la prestazione di Saliou Niang, si lascia andare anche con qualche battuta: “Niang è partito limitato dai falli. Dopo la partita di ieri i suoi social sono esplosi: poi ha fatto la cernita di cosa avrebbe potuto combinare. Questo non scrivetelo però (rivolto ai giornalisti in sala, ndr.)”. E scoppia a ridere, contento. D’altronde, come dice lui stesso: “Vincere è bello, soprattutto perché non perdi”.

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