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Tre idee innovative contro il Coronavirus dall’Hackathon italiano

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La comunità internazionale dei professionisti e degli appassionati della tecnologia si unisce per fermare la pandemia del Coronavirus. Nelle scorse settimane un gruppo di start up ha lanciato dall’Estonia l’iniziativa di una hackathon online per ideare soluzioni che permettano di reagire alla crisi e affrontare il futuro, attraverso la tecnologia. È nata così una serie di appuntamenti nazionali nei cinque continenti. Il fine settimana del 28-29 marzo è stato quello di “Hack for Italy”: quasi 1500 persone si sono riunite da remoto in 55 gruppi di lavoro e hanno presentato altrettanti progetti dopo due giorni di “maratona”. Con il sostegno di 130 “mentor”, ossia di specialisti di diversi settori, i partecipanti hanno sviluppato le loro idee nelle tre categorie proposte: Save Businesses, Save Communities e Save Lives. Quindici dei cinquantacinque progetti hanno raggiunto la finale e sono stati presentati via conferenza web dai gruppi di lavoro. La giuria ha scelto i tre progetti vincitori, uno per categoria, secondo i parametri di impatto sociale, innovazione e fattibilità. Riceveranno un premio di 1500 euro ciascuno per mettere in atto la loro idea.

Save Businesses: Il sito online per sostenere locali e attività
A ogni cliente affezionato dispiacerebbe vedere in crisi il proprio negozio di fiducia. Nelle ultime settimane però molti esercizi commerciali e locali hanno visto i ricavi azzerati e a oggi ancora non si sa quando potranno riaprire. L’idea di sostenere queste attività con l’acquisto di buoni sconto o coupon di cui poter usufruire nel prossimo futuro ha trovato un progetto di realizzazione interessante nel sito online “Prometto di tornare”. Una proposta nata prima di “Hack for Italy” ma che nello scorso settimana ha potuto giovarsi di nuovi contributi, come racconta Raffaele Negro, uno degli ideatori: “I mentor con cui ci siamo confrontati hanno portato alla nostra attenzione problemi di natura legale, di marketing e di business. Avere un’idea già in piedi è stato comunque utile, attivare una rete di sostegno tra un paio di settimane potrebbe essere troppo tardi per molti proprietari”. Verificate la loro richiesta, i proprietari di attività e locali compilano un modulo per essere inseriti su una mappa di Google Maps e forniscono una descrizione su come i clienti possono sostenerli. In pochi giorni “Prometto di tornare” ha raccolto più di duecento segnalazioni da tutta Italia.

Save Communities: Scambio di informazioni tra generazioni per fare comunità
“Ora insieme” è il progetto di un sistema di connessione che raccoglie le necessità degli anziani e le incrocia con le offerte di supporto degli altri utenti. Viceversa anche i più esperti possono offrire le loro competenze per soddisfare le richieste altrui. Un’idea per favorire lo scambio tra generazioni in un momento di particolare vulnerabilità dei più anziani e di mobilitazione di gran parte della società, come spiega la responsabile Serena Planera: “Il punto di riferimento sarà una piattaforma digitale, ma per chi non ha accesso online ci sarà a disposizione anche un numero verde. Per la registrazione al servizio chiediamo il codice postale di provenienza e la geolocalizzazione per chi usa la piattaforma. In questo modo è possibile sapere da dove arriva una richiesta e chi è più vicino ha la possibilità di soddisfarla”. Una via alla riscoperta della dimensione del quartiere e della comunità con una prospettiva che guarda anche oltre il presente dell’emergenza.

Save Lives: Riconoscimento vocale in aiuto alla diagnosi
Una chiamata telefonica o un messaggio audio per valutare la possibilità di essere infetti. Questo progetto sperimentale consiste in un software di riconoscimento vocale che confronta la voce di chi sta parlando con quella di persone infette. L’idea è quella di dare un risultato immediato all’utente e di offrirgli la possibilità di integrare questo software anche come app.

Il bilancio finale
Per il “team leader” dell’edizione italiana, Oleksandr Komarevych, è stato un appuntamento che dà speranza per affrontare le sfide che offre il futuro: “Un tempo iniziative come questa interessavano poche categorie, soprattutto sviluppatori e investitori. Ora invece abbiamo avuto anche il contributo di designer, medici, esperti di media. Molti non avevano mai vissuto un’esperienza simile ma hanno voluto mettersi in gioco e offrire le loro competenze”.
L’elemento comunitario è poi l’altro aspetto che a Komarevych preme sottolineare: “Team con un’idea simile hanno voluto riunirsi. Un gruppo di mamme ha creato una pagina Instagram di consigli e informazioni su come comportarsi con i bimbi a casa. Hanno partecipato da 15 Paesi, anche dal Messico e dall’Australia, e non solo italiani all’estero. Non c’era un’azienda che sponsorizzava, ma tanti partner che si sono riuniti. Questo può portare un valore aggiunto”. Per rafforzare il senso di comunità, per i prossimi tre mesi la piattaforma hackforitaly.online è a disposizione di chi voglia continuare a collaborare per realizzare i propri progetti. I promotori dell’Estonia ora si stanno organizzando per una grande hackathon globale che potrebbe tenersi dal 9 al 14 aprile prossimi.

LUCA PARENA