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Traffico illecito di rifiuti pericolosi tra Torino e la Puglia: 13 arresti

Emessa nelle prime ore di questa mattina, 17 maggio, un’ordinanza di custodia cautelare per tredici persone in tutta Italia, accusate di associazione a delinquere finalizzata al traffico illecito di rifiuti e riciclaggio. L’operazione, coordinata dalla direzione distrettuale antimafia di Lecce, è portata avanti dai carabinieri del Noe (Nucleo operativo ecologico) e i finanzieri del comando provinciale della guardia di finanza di Taranto nelle province di Lecce, Taranto, Brindisi, Palermo, Cosenza, Reggio Calabria, Salerno, Napoli e Caserta .

Utilizzando false autorizzazioni amministrative, il gruppo spostava ingenti quantità di pericoloso materiale industriale dalla Campania a Lecce e Taranto, per poi sversarlo nel suolo di terreni agricoli o accatastarlo all’interno di capannoni in disuso, cui veniva successivamente dato fuoco. Sono inoltre in corso sequestri per diverse centinaia di migliaia di euro. Si trovano attualmente sotto l’indagine del pm Milto De Nozza un’azienda e 44 persone, di cui la maggior parte proveniente da Lecce, Taranto e Salerno.

L’operazione, denominata “All Black“, è partita da due indagini, l’una dei carabinieri del Noe di Torino, l’altra della Guardia di finanza di Taranto. Nel capoluogo piemontese i militari, nel maggio 2018, avevano sequestrato un autotreno usato per sversare illecitamente rifiuti nella campagna di Lombardore, a nord di Torino. Nell’ambito del sequestro avevano scoperto un gruppo di persone originarie di Lecce e Taranto che, creando società fittizie dotate di false autorizzazioni, offrivano siti inesistenti per lo smaltimento di rifiuti tramite una società di intermediazione di rifiuti piemontese, non iscritta all’albo gestori. L’impresa dirottava i rifiuti, tramite contatti con aziende attive nel settore, in alcune aree di Lecce e di Taranto. Il gruppo criminale si è però scisso per dei dissidi interni, e i sodali originari della Puglia si sono organizzati per reperire produttori di rifiuti nelle province di Caserta e Reggio Calabria.

Su questa nuova direttrice si sono innestate un’indagine parallela della Guardia di finanza di Taranto e la competenza territoriale della Direzione distrettuale antimafia di Lecce.

Dalle indagini è emerso un notevole traffico di rifiuti, per quantità e per qualità (erano sia urbani che industriali, anche di tipo pericoloso). Partivano dalla Campania e venivano sversati in Puglia nelle province di Lecce e di Taranto. In particolare venivano o sversati nei terreni, oppure abbandonati dentro capannoni industriali in disuso e dati alle fiamme. Il danno ambientale sembra essere rilevante: lo smaltimento illecito riguarda più di 600 tonnellate di rifiuti, di cui 142 classificate come di natura pericolosa.