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Torneo di calcetto di Perugia, il pagellone

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Sul sintetico di Perugia sono scesi otto ragazzi in maglia bianco e rossa: grinta e tanta buona volontà non sono bastate. In campo hanno vinto altri, ma non sugli spalti: le nostre ragazze hanno cantato dall’inizio alla fine del torneo, facendosi valere e confermandosi le migliori in campo. Doveroso, allora, aprire il pagellone da loro.

Le tifose: Facile fare i fenomeni con nove fanciulle al seguito. Il loro è uno spettacolo totale. Ancora più facile distrarsi da tanta bellezza assiepata a bordo campo. Senza le nostre muse, noi non giochiamo. Voto 10

Marco Gritti: Garanzia tra i pali. Impugna la bacchetta e dirige una splendida sinfonia difensiva. Respinge gli assalti degli avversari meglio di quanto farebbe Donald Trump coi messicani. Trascinatore delle folle, soprattutto quelle femminili. Voto 8,5

Emanuele Granelli: Un uomo, un capitano. Il suo talento è inferiore solo alla sua bellezza. Accarezza il pallone e quest’ultimo, emozionato, arrossisce. Metronomo del centrocampo e leader silenzioso, meriterebbe palcoscenici migliori. Tipo il nuovo stadio della Roma. Voto 9

Massimiliano Mattiello: El Trenza da Ottaviano si carica la squadra sulle spalle come un mitologico Atlante. Dimostra esperienza, classe e carisma. Agile come una farfalla, letale come un condor. Dà tutto, fino ai crampi. Eroe. Voto 9

Valerio Barretta: Si infortuna in semifinale ma, nel match successivo, gioca sul dolore e marchia a fuoco la vittoria. Il gol di tacco resterà impresso nell’epica della narrazione calcistica. Dalle parti di Sky Sport stanno già lavorando al prossimo “Federico Buffa racconta”. Voto 8,5

Romolo Tosiani: Sacrificio, sudore, sostanza. Dal primo minuto fa capire che, con lui in difesa, non si passa. Eleganza da Prima Repubblica, agonismo sudamericano. I primi exit poll lo danno Sindaco di Foggia con percentuali bulgare. Voto 8

Pasquale Massimo: L’airone di Terra di Lavoro è a suo agio come Giuseppe Cruciani al Torino Veg Festival. Nonostante ciò, esce dalla panchina e propizia un’autorete. Fuori anzitempo per raggiunto limite di falli. Qualità, non quantità. Voto 7,5

Armando Torro: Panchinaro di lusso che non fa prigionieri. Un pitbull che azzanna partita e avversari. Col mancino dipinge traiettorie che non appartengono a questo mondo. Mente superiore, luminare prestato al gioco del calcio. Voto 8

Federico Parodi: Entra a freddo e si infortuna dopo pochi minuti. Si sente la sua mancanza come quando, in una storia d’amore, tu vivi a Isernia e lei a Tokyo. All’ospedale Cottolengo parlano di 2-3 settimane di stop. Tornerà più forte di prima, ne siamo certi. S.V.

P.M.