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Torna la movida a Torino, ma con regole anti-assembramenti

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Uscite serali sì, ma con senso di responsabilità e regole aggiuntive. Con la riapertura al pubblico di locali, bar e ristoranti, consentita in Piemonte da domani 23 maggio, le istituzioni temono che i cittadini possano dimenticare la cautela dopo oltre due mesi di fine settimana chiusi in casa. Ecco perché, dopo la riunione del Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica, il Comune di Torino e la Regione hanno stabilito alcuni obblighi temporanei per proprietari e clienti. L’obiettivo è ostacolare la formazione di assembramenti negli spazi all’aperto, nelle piazze e nelle vie dove c’è una maggiore concentrazione di locali e ristoranti. Il prefetto Claudio Palomba lo ha definito “un processo di accompagnamento alla riapertura per scongiurare rischi per la collettività”. Ha garantito che saranno sanzionate solo le gravi violazioni e che con i rappresentanti dei titolari dei locali è stato aperto un tavolo di confronto che si aggiornerà a inizio settimana.

“Non possiamo ancora tornare al sabato sera di prima dell’emergenza”
La sindaca Chiara Appendino ha presentato le misure contenute nell’ordinanza firmata questa mattina, 22 maggio. I locali e i minimarket di piazza Vittorio Veneto, piazza Santa Giulia, corso Giulio Cesare, San Salvario e Quadrilatero Romano potranno vendere bevande alcoliche da asporto solo fino alle 19. Ristoranti e bar chiuderanno entro l’una di notte. Sarà così per tutto il fine settimana e anche per il prossimo a partire dalla serata di giovedì 28, a meno che non ci siano novità significative. Negli altri giorni tornerà il solito orario limite delle 21 per la tutela della quiete pubblica. “Possiamo riprenderci il piacere di cenare o bere in un locale ma non possiamo ancora tornare a vivere i nostri fine settimana come la scorsa estate” ha dichiarato Appendino, con un ringraziamento ai giovani torinesi: “In molti hanno fatto attività di volontariato e avuto attenzione per la comunità in questi mesi difficili. Chiediamo loro di continuare a supportarci in questa nuova quotidianità”.

Agli uffici dell’assessorato al Commercio sono arrivate in questi giorni le prime richieste di occupazione straordinaria del suolo pubblico, disposta dalla Deliberazione del Consiglio Comunale del 18 maggio. Un centinaio riguardano la somministrazione di alimenti e bevande, circa cinquanta sono invece quelle di altre attività economiche. Il questore Giuseppe De Matteis ha garantito che i titolari degli esercizi non dovranno preoccuparsi della gestione delle presenze nelle vicinanze dei loro locali: “I nostri controlli verificheranno il rispetto delle distanze nelle piazze e nelle aree circostanti di bar e ristoranti. Procederemo con il massimo rigore, applicando le sanzioni previste dall’ultimo Decreto del presidente del Consiglio, ma metteremo in campo un numero di uomini contenuto. Non è nei nostri pensieri un assetto da guerriglia urbana”. Riguardo a come si possa definire un assembramento De Matteis è stato chiaro: “Lo scopo è la prevenzione del contagio: a prescindere dai grandi numeri, tre persone che non rispettano le precauzioni del distanziamento di un metro o dell’uso della mascherina sono già una situazione in cui intervenire”.

Le novità dalla Regione
L’invito a prestare attenzione agli assembramenti sarà esteso dalla Regione a tutti i sindaci piemontesi. Il presidente Alberto Cirio si è detto convinto di aver fatto la scelta giusta a ritardare di cinque giorni la riapertura di bar e ristoranti rispetto a quanto fatto dagli altri governatori. La principale restrizione è quella di indossare la mascherina anche nelle aree di pertinenza dei centri commerciali, non solo negli spazi chiusi: “La raccomandazione è di vivere con grande senso di responsabilità questo primo fine settimana di riapertura. Tutti gli indicatori continuano a procedere nella direzione di un graduale, lento miglioramento, ma ci vuole cautela”.
Dalla prossima settimana è prevista una prima parziale ripresa degli spostamenti fuori regione, in virtù di un accordo con il presidente della Liguria Giovanni Toti: “Autorizzeremo a muoversi chi dovrà raggiungere i propri parenti, ma solo da Comuni limitrofi delle province di Cuneo verso Savona e Imperia e di Alessandria verso Genova. Con le altre Regioni confinanti non abbiamo ancora parlato”.

A margine c’è stato anche modo di dare aggiornamenti su alcune delle questioni più problematiche delle ultime settimane e degli ultimi giorni, dalla distribuzione delle mascherine alla cassa integrazione in deroga: “Quattro milioni e centomila mascherine sono arrivate a ogni cittadino piemontese, grazie alla collaborazione dei Comuni. Ne sono in arrivo altri tre milioni dal commissario Domenico Arcuri. Sulla cassa integrazione in deroga, è stato eliminato il doppio passaggio che ostacolava il procedimento e ad oggi l’Inps è in grado di erogare i fondi. Continuiamo a fare pressioni affinché questi soldi arrivino ai cittadini dopo oltre due mesi”. Una battuta conclusiva anche sulla protesta di ieri in piazza Castello degli asili nido e sulle linee guida per l’organizzazione dei centri estivi: “Sulla ripresa scolastica siamo al fianco dei lavoratori per chiedere a Roma risorse e chiarezza: entrambe finora sono mancate. Per i centri estivi e l’assistenza ai bambini abbiamo definito un protocollo insieme alle altre Regioni e stiamo per sintetizzarlo con quello del Governo. Noi abbiamo sostenuto e stiamo monitorando il modello proposto in Valsesia. Riteniamo che sia stato un errore aver ripreso le attività lavorative senza aver previsto come aiutare le famiglie con i figli a casa da scuola”.

LUCA PARENA

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