“Quando l’arte e lo spettacolo entrano nelle vene di una città, diventa più equa e solidale. La danza legge e racconta la società, affronta l’agenda politica mondiale e si occupa di parità di genere, inclusione e accessibilità”, sostiene con fermezza Anna Cremonini, direttrice artistica di Torinodanza 2025. La nuova edizione del festival andrà in scena dal 5 settembre al 5 ottobre, e sarà ospitata in primo luogo dal Teatro Carignano, con l’aggiunta delle Fonderie Limone di Moncalieri e dell’auditorium del grattacielo Intesa San Paolo. Torinodanza si colloca in una prospettiva internazionale, dai perimetri fluidi, che dalla base di Torino attraverserà il mondo con il claim “Dance first”, ispirato a Samuel Beckett.
L’esordio è affidato alla ballerina e coreografa israeliana Sharon Eyal, che presenterà sul palco Teatro Carignano il suo nuovo spettacolo, Delay the Sadness, in anteprima mondiale. La line up internazionale e il superamento dei confini sono punti essenziali della regia di Cremonini, in linea con i nuovi progetti del mondo dei festival torinesi, come Monitor ed Exposed. Chiara Cremonini ne fa un manifesto sociale: “In un momento storico in cui il linguaggio verbale non è più la forma di espressione egemone, arti come la danza possono comunicare profondamente – per poi aggiungere – Torino è un punto chiave della danza contemporanea, ma questo festival va oltre e fa risuonare mille voci, come un catalizzatore di esperienze”.
Il programma del festival, consultabile qui, prevede la prima nazionale dello spettacolo À la carte di Ioannis Mandafounis, artista di origine greca appassionato di metodologia compositiva, che realizzerà una coreografia dal vivo insieme al pubblico. Inoltre, il festival si distinguerà per la presenza del franco-algerino Saïdo Lehlouh, innovatore della scena break dance e protagonista delle danze urbane. Grande attesa anche per Christos Papadopoulos, Akram Khan, per la compagnia francese Rambert e per il gruppo sperimentale Descendants, una compagnia indipendente di italiani naturalizzati, perlopiù afro-discendenti, che debutterà con Nyumbani. Il mio corpo è la mia matria.