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Torino, petizione sui servizi in appalto: tensione in Consiglio con la presidente Grippo

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Reinternalizzare i servizi comunali in appalto, introdurre un salario minimo di 10 euro l’ora e istituire un tavolo con l’Ispettorato del Lavoro. Sono le richieste della petizione presentata oggi, lunedì 11 novembre, a Palazzo di Città. La discussione si è però arenata dopo che la presidente del Consiglio comunale, Maria Grazia Grippo, ha contestato la presenza di esponenti sindacali al posto di “comuni cittadini”. Una presa di posizione che ha suscitato la pronta reazione dei firmatari.

“Non è una bella immagine dell’amministrazione comunale quella che emerge oggi”, ha commentato Enzo Miccoli, coordinatore dell’Unione Sindacale di Base (Usb) di Torino. Firmata da circa 300 cittadini torinesi, la petizione si inserisce in una mobilitazione più ampia. “Segue un’iniziativa di livello nazionale che mira a raccogliere firme per proporre un referendum di iniziativa popolare sull’introduzione di un salario minimo di 10 euro lordi l’ora”, ha spiegato Niccolò De Carli, tra i primi firmatari.

Uno dei punti centrali del documento riguarda la reinternalizzazione dei servizi comunali oggi affidati in appalto, con l’obiettivo di garantire retribuzioni più eque e migliori condizioni di lavoro. I promotori chiedono inoltre l’istituzione di un tavolo tra Comune e Ispettorato del Lavoro per monitorare in modo più efficace il rispetto delle norme di sicurezza.

In aula erano presenti anche alcuni sindacalisti ed ex lavoratori licenziati della cooperativa Arcobaleno, che da decenni si occupa dell’erogazione di servizi pubblici cittadini, come la raccolta differenziata della carta. La presidente Grippo ha contestato la scelta di ricorrere al diritto di tribuna per dare voce a cittadini organizzati, sia in ambito sindacale che politico, sottolineando come l’occasione avrebbe dovuto essere riservata a “cittadini comuni”.

“Ma loro sono la rappresentazione plastica della situazione”, ha replicato De Carli. Una posizione condivisa anche da Marco Avataneo e Giancarlo Tanganelli, tra i lavoratori licenziati di Arcobaleno, che a margine della seduta hanno dichiarato: “È ingiusto che vengano licenziati quelli che alzano la testa. Ma noi non molliamo”.

Il prossimo appuntamento è fissato per lunedì 26 gennaio alle 9.30, quando la petizione sarà discussa nel merito in una delle commissioni del Consiglio comunale.

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