Un soffitto di cristallo che troppo spesso sembra di ghisa. Era già un punto fondamentale del suo programma elettorale, lo conferma con ancor più forza una volta eletto. Nel corso di un incontro esclusivo con gli studenti del master in giornalismo “Giorgio Bocca”, il neo sindaco di Torino Stefano Lo Russo ha ribadito l’impegno della città sul fronte delle pari opportunità. Le donne torinesi avranno un ruolo determinante nel futuro del capoluogo piemontese, non solo in termini numerici. “Sono convinto che la parità di genere sia un valore additivo per la nostra comunità” ha detto Lo Russo, che punta infatti a ridisegnare l’intera macchina amministrativa comunale, superando le quote imposte dalla legge.
Nella scelta della sua giunta, Lo Russo è andato oltre i paletti della legge Delrio, che dispone che nessun genere possa essere rappresentato in misura minore del 40 percento: 6/11esimi sono donne. Un passo significativo, visto che dopo il voto amministrativo dello scorso ottobre 2021, Torino è l’unica città italiana ad aver raggiunto la completa parità in giunta, considerando anche il sindaco. Ma nell’ottica di Lo Russo questo non basta: per trarre vantaggio dalle risorse che le donne sono in grado di fornire alla società, occorre un cambio di paradigma, che vada a lavorare sulle strutture sociali che impediscono questa transizione. “Credo che il tema della parità di genere – spiega Lo Russo – si giochi anche sulla conciliazione dei tempi di lavoro con il tempo dedicato alle famiglie: dobbiamo costruire, partendo dalla macchina comunale, una modalità di lavoro per cui non c’è una barriera tra uomini e donne e in cui gli oneri extra lavorativi di carattere sociale e familiare smettano di ricadere solo sulle donne”. Il progetto è ambizioso, visto anche che il bilancio comunale non naviga certo nell’oro, avendo chiuso lo scorso esercizio con un disavanzo di circa 7 milioni di euro, e lo stesso Lo Russo ha parlato della necessità di una politica di risanamento. Tutto ciò farebbe supporre che difficilmente il Comune sarà in grado di mettere a disposizione bonus economici, come ad esempio quello per il congedo parentale equamente distribuito tra padre e madre del neonato. Un piccolo aiuto potrebbe arrivare a livello nazionale: La legge di Bilancio 2022 ha infatti esteso ai dieci giorni il congedo di paternità obbligatorio, e il Family Act recentemente approvato dalla Camera lo dovrebbe allungare fino ai 3 mesi nei prossimi anni. Certo, dal momento che in Italia secondo il Gender Gap Report 2021 di JobPricing, a parità di mansioni, le donne hanno uno stipendio medio annuo inferiore dell’11,5% rispetto ai colleghi maschi, bisognerà inventarsi qualcosa perché il peso economico non ricada sulle famiglie.
Si vedrà, intanto il Comune inizia a lavorare sulla riforma strutturale auspicata da Lo Russo. In termini normativi, a Palazzo Civico studiano una delibera che imposti il lavoro e contenga le linee guida da seguire per combattere le diseguaglianze. Ne parla a Futura News Jacopo Rosatelli, assessore alle Pari Opportunità della giunta Lo Russo: “Il Comune intende sostenere tutte le attività che le associazioni e le istituzione territoriali portano avanti a favore della parità di genere e presentare, dopo aver effettuato le verifiche tecniche del caso, una delibera quadro che definisca una cornice organica di politiche per combattere le diseguaglianze”. Torino attende provvedimenti concreti, perché il cambiamento deve sì partire dalla macchina comunale, ma deve al più presto materializzarsi anche al di fuori delle finestre seicentesche di Palazzo Civico.