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Torino in guerra negli scatti del pompiere fotoreporter

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Addetti alla cucina intenti a pelare patate, Gianduja e Giacomette in festa a bordo di un’autoscala dei vigili del fuoco, e poi la quotidianità perduta e travolta dalle macerie. In via San Quintino, via Moretta, al Cit Turin, in Centro, a Moncalieri. È la Torino tra gli anni Trenta e Cinquanta, quella raccontata dagli scatti di Domenico Scrigna, brigadiere dei vigili del fuoco e autore di una straordinaria raccolta di immagini oggi custodite presso l’archivio storico del Comando. La Torino della guerra e dei palazzi sventrati dalle bombe da ottomila libbre che cadevano giù dal cielo. Un patrimonio fotografico prezioso, fortunatamente giunto sino a noi integro nella sua quasi totalità. Oggi, oltre trecento di quegli scatti rivivono nel volume “Pompiere, fotografo di guerra. Domenico Scrigna“, curato da Michele Sforza, responsabile dell’Archivio storico dei vigili del fuoco di Torino, ed edito dalla casa editrice Graphot.

“Ho conosciuto Domenico Scrigna soltanto indirettamente – spiega l’autore del volume -, ma ho avuto modo di vedere il materiale fotografico sin dal ’77, poco più di un anno dopo il mio ingresso nei vigili del fuoco. Allora cominciavo ad accostarmi alla fotografia e frequentavo il laboratorio fotografico che si trovava nelle vecchie soffitte del Comando di Porta Palazzo. Lì ho toccato con mano il patrimonio storico e mi sono reso conto del valore di quell’archivio: la documentazione di Domenico Scrigna rappresenta il più completo reportage sui bombardamenti avvenuti a Torino durante la Seconda guerra mondiale”. 

La “Leica”, inseparabile compagna di tanti servizi fotografici di Domenico Scrigna, anch’essa conservata nell’Archivio storico.

Già, perché Scrigna, che utilizzava la Leitz Leica come Robert Capa, era stato formato per il reportage: era uno dei pochissimi ad aver frequentato a Roma il corso organizzato dal Corpo nazionale ed era autorizzato ad uscire con una vettura dedicata al solo scopo di documentare i bombardamenti: “Usciva con la squadra di soccorso – racconta Michele Sforza – e a volte tornava in quei luoghi nei giorni successivi. C’è uno scatto che lo ritrae insieme al gruppo degli operatori fotografici del Comando. Alle loro spalle uomini al lavoro e palazzi distrutti, ai loro piedi, invece, è riconoscibile la cinepresa autarchica “Novando” con cui venivano prodotti i filmati di guerra”. 

Via San Quintino 23. Il gruppo degli operatori cine fotografici del Comando di Torino: Domenico Scrigna è il primo a sinistra.

Guerra, ma non solo. Nel volume, infatti, Michele Sforza ha voluto dar conto di tutta la carriera professionale del collega. “Dopo il periodo bellico l’attività di reportage rallenta – continua – ma non si ferma. Troviamo immagini di visite istituzionali, ma anche degli interventi più significativi, a cominciare dall’alluvione del Polesine del 1951. Poco più di un anno dopo, nel 1953, i vigili del fuoco portarono avanti la prima missione internazionale, prestando soccorsi nell’inondazione dell’Olanda. Scrigna ne fu fotografo ufficiale”. 

Operazioni e interventi che rivivono nel volume appena pubblicato, che servirà per ristrutturare le attrezzature dell’epoca: “Di Domenico Scrigna – conclude Sforza – non si sono conservate soltanto le fotografie, ma anche l’attrezzatura: abbiamo macchine, camera oscura, ingranditori, bacinelle, carta fotografica. La volontà è quella di impiegare i proventi del libro per restaurarli”. E c’è di più: per l’estate 2024 si sta lavorando ad una mostra da allestire negli spazi espositivi della Mole Antonelliana. 

Un percorso che consentirà di restituire alla città scatti come quelli selezionati per il volume: con i pompieri ritratti quasi sempre di schiena, impegnati nell’estrazione delle vittime dalle macerie, ma con qualche eccezione. Per Michele Sforza, infatti, una delle foto più significative è proprio quella in cui il tempo pare sospeso: i vigili del fuoco interrompono per un istante le operazioni di scavo, tra le macerie si intravede un corpo. A puntellare il tutto la gamba di un tavolo, un oggetto di uso comune, come spesso accade nei luoghi di un disastro. Lì Domenico Scrigna scatta, consegnando il momento alla storia della città. 

*Tutte le immagini sono di Domenico Scrigna. Sono conservate presso l’Archivio storico del Comando dei vigili del fuoco di Torino e sono state concesse da Michele Sforza, curatore del volume “Pompiere, fotografo di guerra. Domenico Scrigna” edito da Graphot.

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