Torino non è piú attraente, nemmeno per gli immigrati di seconda generazione. Sono dati preoccupanti quelli riportati nel Rapporto Immigrazione 2021 che spingono la città a una riflessione. “Da qualche anno Torino ha smesso di essere la città delle opportunità. Stiamo assistendo a una crisi di vocazione, che la pandemia ha inasprito. Risolvere questa crisi è al primo posto nell’agenda del sindaco”, sono le parole di Maria Grazia Grippo presidente del Consiglio comunale di Torino, che oggi, 24 novembre, ha parlato durante la presentazione del Rapporto stilato da Caritas e Migrantes.
Gli immigrati sono una risorsa nel mercato del lavoro, e l’Italia sta assistendo a una grave crisi demografica, a un invecchiamento della popolazione e a una perdita di attrattività. “Sono dati reali, e per questo gli stranieri rappresentano un valore sociale nel mercato del lavoro, è noto a tutti. Ovviamente poi ci sono certe forze politiche che per motivi strumentali non riconoscono, per esempio, che certi lavori vengano svolti solo da donne e uomini immigrati, ne consegue che l’assenza di queste figure professionali impoverisca il mercato del lavoro”, continua Maria Grazia Grippo. Un punto su cui insistere è sicuramente questo, allontanarsi dall’idea di “invasione dello straniero” per comprendere invece il suo valore sociale: considerarlo come risorsa e non minaccia. “Noi abbiamo registarto un dato che fa riflettere. Ormai anche i figli di famiglie straniere, mi riferisco agli immigrati di seconda generazione, pensano il loro futuro altrove, proprio io come i ragazzi italiani. Bisogna invertire questa tendenza”. Il fatto che gli stranieri, arrivati da situazioni di enorme difficoltà, fatichino a vedere un futuro in Italia e nello specifico a Torino, è motivo di preoccupazione per la presidente del Consiglio comunale.
Numeri alla mano, in Piemonte la presenza di popolazione straniera è del 9%: la metà, circa 211 mila, sono nella provincia di Torino. La seconda è Cuneo, che ha una presenza di circa 60 mila immigrati, seguita da Alessandria con 45 mila, Novara circa 37 mila.
Le letture statistiche e le testimonianze riportate nel Rapporto sull’immigrazione 2021 raccontano bene lo stato di incertezza che in alcuni contesti umani assume caratteristiche allarmanti. Una crisi sociale che è stata resa più acuta dalla pandemia. “Il Covid-19 ha accelerato tendenze già in atto, chi era in difficoltà è poi precipitato in un drammatico stato di bisogno”, sottolinea Maria Grazia Grippo. Ora si pensa a come uscire dalla crisi sanitaria, ma per farlo bene sarà necessario gettare le fondamenta per non lasciare nessuno indietro, soprattutto chi parte svantaggiato.
Gli stranieri sono tra i gruppi sociali più esposti alla povertà, prima della pandemia secondo i dati riportati dalla Caritas, la povertà assoluta nelle famiglie di soli stranieri in Italia si attestava al 24,4% (quasi un nucleo su quattro, secondi i parametri Istat, non arrivava a un livello di vita dignitoso), durante la pandemia ha toccato il 26,7%, a fronte di un’incidenza del 6% registarta tra le famiglie di soli italiani. “I cittadini stranieri hanno patito maggiormente la pandemia, e il rapporto restituisce una fotografia molto chiara della situazione. Il lavoro di indagine presentato oggi ci regala un racconto importante che sarà utile alla politica per fare un lavoro più sartoriale e ad hoc nei prossimi anni”, continua Maria Grazia Grippo.
L’avvertimento lanciato dal presidente dell’associazione Migrantes, Simone Varisco, può essere uno spunto per ispirare politiche orientate all’integrazione, e per rendere Torino una città con opportunità concrete. “Il Rapporto è uno strumento di lavoro e di conoscenza estremamente prezioso per chi, come noi, deve preoccuparsi del benessere della propria comunità”, per agire nel modo giusto bisogna conoscere in modo giusto, “e il Rapporto diventa uno strumento prezioso per le future politiche di crescita”, conclude la presidente del Consiglio Comunale.