“Torino guarda oltre”, la mozione in giunta all’insegna dell’inclusione 

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Valorizzare e rafforzare la rete delle comunità diasporiche presenti a Torino, per promuovere l’inclusione sociale. L’obiettivo è prioritario, se si considera che in città vivono 128mila persone straniere, che rappresentano il 15% dei residenti. Il 16 maggio, a palazzo di Città, il consigliere e presidente della commissione di contrasto al razzismo Abdullahi Ahmed Abdullahi ha presentato alla giunta la mozione “Torino guarda oltre”. E parte con qualche dato: “È vero che 128mila persone non hanno potuto ancora accedere alla cittadinanza italiana ma nei due anni scorsi l’hanno ottenuta in 11mila. Sono fiducioso che saranno sempre di più coloro che potranno accedere a tutti i benefici di chi è nato in Italia. Sono persone che si stabiliscono qui, e non si può essere stranieri per sempre”.

Diversi i contenuti della proposta. Anzitutto la promozione di un incontro annuale tra gli atenei torinesi e le comunità di studenti stranieri. Bisogna considerare, infatti, che i ragazzi che scelgono il Piemonte per studiare sono l’8,5% degli iscritti, per un totale di 11mila. Inoltre, la mozione propone di rafforzare le associazioni che promuovono gli scambi interculturali. Infine, l’atto evidenzia la necessità di individuare le comunità diasporiche e promuovere i gemellaggi con le città d’origine. “Faccio un esempio – dice Abdullahi -: qui c’è una forte presenza di persone marocchine. Sarebbe bello poter creare occasioni di scambio e incontro tra Torino e le città del Marocco”. Il consigliere prosegue evidenziando che “bisogna superare la logica degli stranieri trattati come oggetti, e non come soggetti: l’obiettivo della mozione è proprio questo”. 

Sull’onda dell’Eurovision Song Contest, Torino punta su inclusività e accoglienza al di là degli stereotipi. Nadia Conticelli, consigliera regionale in quota Pd, ha sottolineato che “Il dato di realtà delle molte persone provenienti dall’estero che scelgono di stare qui è una ricchezza da valorizzare. I fatti di cronaca relativi alla microcriminalità sono solo la punta dell’iceberg che, pur essendo parziale, è totalizzante. Il nostro obiettivo è portare su il sommerso, ossia tutte quelle buone pratiche di integrazione che in città esistono già”.

L’immagine di una Torino poco sicura sta stretta anche all’assessora al lavoro e alla sicurezza Giovanna Pentenero: “Bisogna invertire questo tipo di narrazione, raccontando quello che le associazioni possono fare, insieme alla città”. L’assessora ricorda anche che molte associazioni di comunità straniere si occupano delle donne: “Penso che queste abbiano un’utilità ulteriore, per costruire nuovi spazi di ascolto e di crescita anche per le esigenze femminili”. La vice sindaca Giovanna Favaro conferma il pieno supporto della giunta a questo genere di mozioni. 

Presenti all’incontro vari rappresentanti delle comunità straniere: tra queste, l’associazione delle donne dell’Africa subsahariana e il Coordinamento delle diaspore per la cooperazione internazionale del Piemonte (Codiasco).

Alcuni rappresentanti delle comunità diasporiche di Torino alla presentazione della mozione (Credit: Raffaella Tallarico)