Il Comune punta su cinque piani coordinati per una strategia più efficace. Al centro si deve porre il verde pubblico
La Torino verde e ambientalista è la stessa che soffoca di smog: sono due anime della città che non si arrende a rimanere “maglia nera” in Italia quanto a condizioni ambientali. La più alta concentrazione di Pm10, le particelle inquinanti fini, è il grigio primato che il capoluogo piemontese si è aggiudicato nella classifica delle città per superamento dei limiti giornalieri del rapporto MobilitAria 2019, realizzato da Kyoto Club, istituto Atmosferico del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR-I- IA) in collaborazione con OPMUS ISFORT, su 14 città e aree metropolitane italiane nel periodo 2017- 2018.
Una situazione definita critica anche dal Comitato Torino Respira, che ha recentemente presentato i risultati della campagna “Che aria tira?”: il 91% dei siti misurati dai 274 campionatori passivi ha concentrazioni di biossido di azoto, un inquinante causato soprattutto dal traffico veicolare, che può provocare seri effetti sulla salute, superiori al limite di legge. Nessuno però sembra essere intenzionato a limitarsi alla lamentazione.
Si parte dai piani
La città appare consapevole delle gravi problematiche che la affliggono. Abbiamo interpellato l’assessore all’ambiente Alberto Unia per capire in concreto come Torino si stia muovendo per uscire da una situazione d’emergenza: “Abbiamo deciso di adottare un approccio integrato e strategico, lavorando su un piano di adattamento ai cambiamenti climatici che, insieme al piano strategico del verde, va a formare lo “zoccolo duro” per l’elaborazione dei dati già in nostro possesso: si tratta di capire che tipo di verde c’è e se è adatto a quell’area, oppure manca, in modo da rafforzarne la presenza, ove ce n’è bisogno, e di modificarne la qualità in base al dettaglio dell’area”.
Gli elementi che il Comune mette alla base del suo approccio sono cinque: “Il programma è completato dal piano urbano di mobilità sostenibile, che stiamo studiando insieme agli altri comuni metropolitani, e alla revisione del Piano regolatore, che prevederà un consumo del suolo zero: si potrà solo andare a lavorare su suolo già consumato e rigenerarlo. Questi documenti, insieme al piano emergenza protezione civile, messi tutti insieme per la prima volta, consentiranno uno studio per mitigare l’inquinamento, ridurre l’effetto dei cambiamenti climatici e dare una città più resiliente e in grado di adattarsi in maniera efficace e rendere la cittadinanza meno esposta a rischi”.
Oltre che sull’idea di allargare la Zona a traffico limitato, molto discussa negli ultimi mesi, per combattere l’inquinamento Torino punta sul verde: “Sono centrali le aree verdi, anche per evitare che le persone in estate si rifugino nei centri commerciali, quando lo stesso risultato si può ottenere col verde. Questo aspetto si integra con il piano di protezione civile per capire se in caso di eventi atmosferici come le ondate calore si possano allestire piccoli punti di accoglienza per chi vuole stare all’aperto e godere del poco fresco sotto gli alberi. Per tutto questo studio ci vorrà almeno un anno: allora saremo in grado di restituire una città con una base solida su cui potremo elaborare tutte le strategie di affinamento”, sostiene Unia.
Il traffico uccide
Sono oltre 200 i torinesi che hanno acquistato e installato 300 campionatori passivi per il rilevamento del biossido di azoto a casa, al posto di lavoro, alla scuola dei figli o nei parchi dove vanno a fare sport. Oltre allo sforamento dei limiti di legge, è emerso che le maggiori concentrazioni della sostanza sono localizzate vicino ad arterie stradali con traffico intenso; il sito con le concentrazioni più alte non a caso è l’incrocio tra corso Novara e via Cigna, seguito da corso Principe Oddone e piazza Baldissera.
Roberto Mezzalama, presidente del Comitato Torino Respira, commenta: “Dopo la presentazione dei dati siamo stati invitati dalla Commissione ambiente del Consiglio comunale. Interpretiamo positivamente questo dialogo: l’inquinamento è un problema che a volte si cerca mettere sotto il tappeto, perché non è facile da risolvere e richiede cambiamenti culturali anche nelle persone, oltre all’azione amministrativa di guida”. Il traffico a Torino non è causa solo di inquinamento: “Secondo le statistiche Istat disponibili sul sito del Ministero delle Infrastrutture e Trasporti, Torino è l’unica grande città italiana in cui numero incidenti stradali mortali è aumentato del 31% nel periodo dal 2010 al 2017: in tutte le altre è diminuito più o meno della stessa percentuale”, afferma il presidente.
Il Comitato propone una serie di azioni anti-smog, a partire dall’abbassamento dei limiti di velocità su tangenziali e autostrade e da una diversa gestione delle aree intorno alle scuole: “Bisogna rendere più complicato l’accesso con dossi e fioriere, e sostituire i parcheggi per auto con quelli per le bici”, dice Mezzalama.
Arriva il Governo
Il 4 e il 5 giugno, in occasione della Giornata mondiale dell’ambiente, Torino accoglie il presidente del Consiglio e alcuni ministri, fra cui quello dell’ambiente Sergio Costa, per il Clean air dialogue, un confronto sulla qualità dell’aria che vedrà esecutivo, associazioni ambientaliste e Commissione europea riuniti allo stesso tavolo. Insomma: la Torino verde non si arrende al grigio.
Con un passo deciso sarà capitale di sostenibilità
Nelle scorse settimane ha raccolto quattro tonnellate di rifiuti lungo il Po, correndo per 730 chilometri: il rifiutologo ed eco-atleta albese Roberto Cavallo è reduce dalla quinta edizione dell’ecomaratona Keep Clean and Run, che ha fatto tappa anche a Torino. Il legame del divulgatore di temi ambientali con il capoluogo piemontese parte da lontano: “A Torino ci sono nato, ma accadeva spesso negli anni ’70 che dalle città di provincia, come Alba, si andasse a partorire nella città. In fondo si è sempre avuta l’impressione che la città protegga: ancora oggi le statistiche ci dicono che entro il 2050 a questo ritmo oltre i due terzi della popolazione mondiale vivrà in città sempre più grandi. Poi Torino l’ho vissuta negli anni dell’Università, in quelli della crisi Fiat e della ricerca di una nuova via, parzialmente ritrovata con le Olimpiadi, con proposte commerciali come Lingotto o Eataly, con un po’ di terziario avanzato e di turismo”, spiega.
“Dal punto di vista ambientale Torino si è impegnata, ma non ha mai davvero fatto un passo deciso come potrebbe: se penso a una Torino davvero sostenibile, penso a città come Friburgo in Europa, o Vancouver, o a quanto stanno facendo Bilbao o Nantes. Ci sono tutti gli ingredienti e gli elementi per fare di Torino la capitale europea della sostenibilità”, dichiara.
Sì, ma come: secondo l’esperto, “investendo in modo deciso su una gestione dei rifiuti che punti a modelli di circolarità con un serio piano di prevenzione, coinvolgendo il commercio locale e il terziario, come la cooperazione sociale; promuovendo in modo strutturale il compostaggio di comunità, come fa Zurigo, estendendo la raccolta differenziata domiciliare a tutto il territorio puntando al 70%, costruendo un paio di poli industriali in grado di trattare le diverse filiere di materiali, investendo su ricerca in ecodesign e marketing dei materiali”.
E quanto alla gestione del verde: “È fondamentale riprenderne la gestione. Torino è una delle città più verdi al mondo, ma anche in questo caso occorre avere un disegno complessivo di lungo respiro. Un po’ come ebbero a fare i Savoia nel ‘600. Allora gli assi viari alberati da Venaria a Mirafiori, dal Valentino a Stupinigi, servivano per far stare al riparo e all’ombra le carrozze che trasportavano i reali; si dovrebbe fare lo stesso per permettere a una popolazione sempre più anziana, di spostarsi riparandosi dalle onda te di calore sempre più frequenti e violente. Molte aree sono già oggi fruibili, ma manca qualche piccolo servizio, qualche dettaglio che renda cool utilizzare i percorsi ciclabili e pedonali non solo per la passeggiata serale o domenicale ma anche per recarsi a scuola o al lavoro”, dice l’albese.
Infine, c’è il tema del teleriscaldamento: “Un contributo deciso al contenimento delle emissioni viene anche dal consumo energetico per riscaldare e raffrescare gli immobili. Anche in questo campo Torino ha fatto molto ma può compiere un passo decisivo. Se da un lato le reti di teleriscaldamento hanno certamente migliorato la situazione, dall’altro oggi occorre investire in riqualificazione degli edifici, pubblici e privati, isolandoli e rendendoli non solo meno energivori, ma addirittura passivi. Oggi, dalla Svezia agli Stati Uniti, sempre più immobili producono più energia di quanta ne consumino. Insomma Torino può diventare un esempio per il mondo di come un futuro sostenibile possa realizzarsi anche in città”, conclude.
Spesso è dai punti deboli che nascono le grandi opportunità: uno spunto tutto da cogliere.
A.R.
Eventi, incontri e festival: tutto gira intorno al verde
Torino fa il pieno di appuntamenti a tema ambiente nelle prossime settimane. Inizia l’Arpa il 30 maggio, con la giornata “Porte aperte alla biodiversità”: un’occasione per raccontare a grandi e piccini le attività di monitoraggio dei cambiamenti di cui si occupa.
Il futuro dell’ambiente, come dimostra il seguito dell’attivista Greta Thunberg, sta a cuore ai giovani: pochi giorni fa gli studenti dell’università hanno pulito il corso del Po con il Waste Mob 2019; va a gonfie vele anche a Torino l’attivismo dei Fridays For Future: venerdì 24 maggio erano in migliaia in corteo.
Il 1° giugno eco-pagaiata con Be Vispo (che sta per VisPO – Volunteer Initiative for a Sustainable Po), progetto di volontariato di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta che coinvolge 230 ragazzi tra i 18 e i 30 anni che vivono sulle sponde del Po piemontese e dei suoi affluenti, oltre a venti volontari ungheresi. Martedì 4 e mercoledì 5 fa tappa in città il festival dedicato all’economia circolare Circonomia, con un appuntamento dedicato a terremoti e ricostruzioni e unconvegno al Politecnico.
Dal 7 giugno al 21 luglio al Parco della Tesoriera si iene la quarta edizione di Evergreen Fest: concerti, spettacoli, danza, proiezioni cinematografiche, laboratori per bambini e adulti, stand informativi delle associazioni che operano sul territorio.
Nel pomreiggio di domenica 9 giugno al Parco del Valentino, decima edizione della parata di biciclette Bike Pride.
A.R.