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Torino Film Lab, cioè volare da Borgo Rossini all’Orso d’oro

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“È un posto perfetto per lavorare sulla prima fase creativa di un progetto, per dubitare, sviluppare le idee e confrontarsi”, parola del premio Oscar Laszlo Nemes, quarantunenne regista ungherese. È il Torino Film Lab, il laboratorio per giovani talenti del cinema di via Cagliari. E da Borgo Rossini spiccare il volo per una carriera sul grande schermo è possibile. Almeno fino a Berlino. I due film premiati alla Berlinale, il festival del cinema della capitale tedesca, parlano infatti anche un po’ torinese. Sia Touch me not, a cui è stato assegnato l’Orso d’oro per il miglior film, sia The Heiresses, la cui attrice Ana Brun ha vinto l’Orso d’argento come miglior attrice, sono stati incubati proprio al Torino Film Lab.

“Siamo felicissimi per questo risultato – commenta Mercedes Fernandez, consigliera delegata del TFL – ma guardiamo già avanti”. In rampa di lancio, infatti, c’è ancora Nemes con la sua opera seconda intitolata Sunset. Il film è la storia di una protagonista femminile, Iris, che dall’orfanotrofio cerca una rinascita come sarta, viaggiando poi alla ricerca di uno sconosciuto fratello.

La pellicola, ambientata nella Budapest di inizio ‘900, è stata incubata al TFL nel 2012 con il progetto Script Lab. “Si tratta di un percorso di accompagnamento delle sceneggiature a uno stadio iniziale – spiega Fernandez -. Abbiamo anche altri due stadi di incubazione: uno rivolto agli artisti che hanno già una sceneggiatura strutturata del lungometraggio e sono alla fase di produzione e distribuzione – il programma si chiama Feature Lab -, e un altro rivolto invece alle serie tv”.
Il Torino Film Lab festeggia quest’anno il decimo anniversario: “Finora abbiamo sostenuto 80 film – prosegue Fernandez -. Funziona così: ogni anno apriamo le selezioni a cui partecipano circa 600 persone per 20 posti. Non abbiamo vincoli di nazionalità né di età, anche se la maggior parte dei partecipanti ha tra i 25 e i 40 anni”. Costo per partecipare: circa 2-3 mila euro. Il progetto di incubazione si articola in momenti di lavoro collettivo alternati ad altri individuali. Ogni anno gli artisti partecipano infatti a tre workshop della durata di cinque giorni ospitati in giro per il mondo. “Quest’anno andiamo in Grecia e poi in Bretagna”, mentre l’ultimo è tradizionalmente a Torino duranti i giorni del Torino Film Festival, a novembre. Durante questi tre momenti gli sceneggiatori si ritrovano in gruppi da quattro, fianco a fianco con tutor internazionali con cui ragionano sulle idee di film a cui poi lavorano individualmente. Oltre a perfezionare le sceneggiature, il TFL cerca di creare una rete professionale d’eccellenza. “Già al momento di scegliere i candidati, d’altro canto, selezioniamo ragazzi che abbiano almeno una minima esperienza”: chi esce dal laboratorio torinese, insomma, è pronto per confrontarsi sui migliori palcoscenici del mondo.

MARCO GRITTI