Torino, edicolanti in piazza: “Il Comune ci aiuti”

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Costi insostenibili, nessun ammortizzatore sociale e un accordo nazionale scaduto da otto anni. Dal 2016 a oggi a Torino circa ottanta edicole hanno cessato la propria attività. Per questo motivo stamattina le organizzazioni sindacali degli edicolanti torinesi hanno predisposto un presidio davanti alla sede del Comune per “sensibilizzare l’amministrazione cittadina sulla morìa dei nostri punti vendita” spiega Manuela Bongioanni, coordinatrice torinese del Sindacato Nazionale Giornalai d’Italia. “Più edicole, meno fake news” recitava uno dei due cartelli esibiti a Palazzo di Città.

Le principali richieste riguardano la riduzione delle tasse sul suolo pubblico e sui rifiuti e l’ampliamento dal 30 al 50% delle merci da esporre in edicola. “Prendiamo il 19% lordo di compenso, a cui vanno sottratte le tasse – continua la coordinatrice – Siamo dei commercianti atipici, i prezzi dei nostri prodotti sono imposti dagli editori. Chiediamo solo dei costi normali”.

“Gli editori non vogliono sedersi al tavolo con noi per parlare del nuovo contratto – attacca Antonio Zicoli della FeLSA Cisl Piemonte – Con la crisi ci abbiamo già rimesso parecchio, tante famiglie non riescono più a pagare le tasse e sono costrette a chiudere le attività. Quella dell’edicolante è una categoria che sta andando sempre peggio”.

 

In mattinata i rappresentanti sindacali hanno parlato con l’ufficio stampa dell’assessora regionale alla Cultura e al Turismo Antonella Parigi, che si è resa disponibile a un incontro nelle prossime settimane. La proposta dell’assessora è quella integrare le edicole con un più ampio servizio d’informazione per i turisti. “In realtà avremmo bisogno di parlare con l’assessore al Bilancio Sergio Rolando – sottolinea Bongioanni – Per ora non ci ha mai convocato”.

EMANUELE GRANELLI