Era il 1954 e la Fim celebrava il suo secondo congresso nazionale a Torino. Torna dopo 68 anni al Lingotto, “un luogo indicativo, un luogo di grande lavoro e grande riscatto” sottolinea Davide Provenzano, segrateio Fim Cisl Torino Canavese. Oggi come allora la città simbolo dei metalmeccanici è crocevia delle trasformazioni in atto nel mondo del lavoro che trovano l’epicentro in due grandi transizioni: quella digitale e quella ecologica.
Ritmo e perimetro del lavoro non sono più scanditi dal badge o dalla scrivania. La pandemia, l’inflazione e le nuove tecnologie stanno imponendo un nuovo modo di pensare il lavoro del futuro. Un bacino di possibilità e rischi. Le disuguaglianze generazionali, di genere, territoriali vanno superate dentro una dimensione partecipativa, l’unica in grado di contrastare sacche di marginalizzazione. “Stiamo assistendo a una grande trasformazione nel settore industriale. Una sfida che sarà vinta se saremo in grado di fare rete” aggiunge il sindaco di Torino Lo Russo. Non solo, “stiamo entrando nell’etá del lavoro agile” come sostiene Roberto Benaglia segretario generale Fim Cisl, “il valore del lavoro si sta elevando e il riconoscimento della professionalità costituisce il futuro della contrattazione collettiva”.
Nuove professialitá
Si sta facendo spazio una nuova figura: il colletto blu. Un ibrido con competenze specialistiche e abilità trasversali, non c’è più una tuta blu e un colletto bianco, e per questo è necessario un ripensamento. “È l’età della mentedopera” continua Roberto Benaglia, un lavoro più flessibile è la condizione di esistenza per resistere al cambiamento e affrontare le sfide del futuro.
Gli obiettivi
Aumentare i salari è la duplice sfida per governare il ritorno dell’inflazione senza innescare spirali pericolose. Saranno necessari benefici fiscali nuovi e il riconoscimento di un salario professionale. Serve un nuovo patto salariale con il governo che renda più pesanti le buste paga. “Alzare il salario reale è un bene per l’economia, e lo sostiene anche Laurence Fink Ceo di Black Rock”, sottolinea Roberta Benaglia. Il secondo obiettivo è la riduzione dell’orario di lavoro. Sono già in atto sperimentazioni in Islanda, Nuova Zelanda e California, l’idea è quella di lavorare meno senza sacrificare i risultati di business. “Sarà necessario anche un welfare contrattuale più forte, non episodico o frutto di esigenze contrattuali”, spiega Benaglia. Non è più possibile pensare a un welfare legato solo alle grandi aziende. “Il rafforzamento del welfare è un tema che da tempo il sindacato pone al governo. Per fare tutto questo bisogna mettere al centro il tema dell’aumento della spesa sociale. Per superare le disuguaglianze, che stanno mettendo a dura prova le democrazie sarà necessario istituire norme vincolanti” aggiunge Luca Trevisan della segreteria nazionale della Fiom Cigl. La parità continua a essere una priorità, “è importante che le donne abbiamo accesso a tutte le professioni, professioni che devono essere accompagnate dalla parità salariale” sottolinea il segretario generale Fim Cisl. “Dovete essere sentinelle di questo sguardo in avanti per aprire strade inedite, necessarie per affrontare le nuove sfide”, è l’appello della ministra delle pari opportunità e della Famiglia Elena Bonetti.
L’intervento di Orlando
Il sindacato ha chiesto anche a più riprese un aumento della spesa sociale per fronteggiare l’inflazione e l’aumento dei costi legati alla crisi energetica. Pronta la risposta del ministro del Lavoro Andrea Orlando: “abbiamo messo in conto che le risorse individuate nel Def non siano sufficienti. Stiamo verificando la possibilità di un intervento a livello europeo, in alternativa saranno valutate strategie nazionali” sono le sue parole. Orlando ha anche confermato il vertice tra governo e parti sociali sulla revisione delle retribuzioni.
Dialogo e non bracci di ferro. Per affrontare le trasformazioni e le transizioni del futuro servirà un sindacato di senso e non solo di mestiere.