Carlotta Gilli, una stella torinese al Mondiale di nuoto paralimpico: “Sogno Tokyo 2020” 

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Domani cominciano i Mondiali di nuoto paralimpico di Città del Messico, e nella delegazione azzurra c’è anche una giovane stella. È la torinese Carlotta Gilli, che a soli 16 anni si è guadagnata la convocazione a suon di record nella classe S13 per atleti ipovedenti: a luglio ha ritoccato a Berlino due primati mondiali, nei 50 delfino e nei 200 misti, mentre a ottobre si è ripetuta a Eindhoven nei 50 stile libero. La nuotatrice della Rari Nantes Torino, afflitta dalla malattia di Stargardt, una retinopatia congenita, ha iniziato a competere con ragazze che hanno la stessa problematica soltanto dalla scorsa estate.

“Ho sempre gareggiato sin dalle categorie giovanili per la Fin – spiega l’azzurra – Quando la consigliera regionale della Federazione nuoto paralimpico, Elena Grosso, mi ha proposto di intraprendere questo secondo percorso ho subito accettato la sfida. Ringrazio la mia società, la Rari Nantes Torino, che per accontentarmi si è affiliata alla Finp (Federazione italiana nuoto paralimpico), e il mio allenatore Andrea Grassini. Gli allenamenti sono gli stessi, per cui sono determinata a proseguire con il doppio impegno”. Anche perché Carlotta è competitiva anche quando lotta vasca a vasca con atlete normodotate, e l’argento conquistato a inizio 2017 nei 200 farfalla ai Criteria nazionali giovanili è lì a dimostrarlo.

Ma ora la torinese è concentrata sul Campionato del mondo, dove dal 2 al 7 dicembre sarà impegnata su più fronti: nei 50, 100 e 200 stile libero, nei 100 dorso, nei 100 farfalla e nei 200 misti. La rassegna iridata è stata posticipata di oltre due mesi a causa del tremendo terremoto che ha colpito il Messico lo scorso 19 settembre. “Ma il rinvio non mi ha danneggiato: stavo bene allora come adesso – assicura la nuotatrice, classe 2001 – Anzi, ho sfruttato queste settimane per allenarmi al meglio. Speriamo di non dover tornare indietro come l’ultima volta. Da una parte volevamo gareggiare, dall’altra c’erano continue scosse di assestamento. Abbiamo avuto paura”.

Da giovanissima Carlotta era indecisa tra lo sci e il nuoto, prima di fare la scelta definitiva trasformandosi nel “Delfino di Muncalè”, come la chiamano dalle parti di Moncalieri, dove vive. “Quando sono in acqua provo una sensazione unica. Per me il nuoto è una filosofia di vita: senza il mio sport non saprei come andare avanti“. Sulle orme dei suoi miti sportivi, la “Divina” Federica Pellegrini e la specialista della farfalla Ilaria Bianchi, l’atleta della Rari Nantes Torino sembra lanciata verso una carriera luminosa. E se le chiedi della malattia agli occhi, capisci quanto sia testarda e determinata. “Cerco di non pensarci e di andare avanti come se il problema non ci fosse. Poi, certo, sono consapevole che alcune attività mi sono precluse. Un esempio? Non posso leggere i libri di carta”. La sua è la tipica vita frenetica di un’agonista che va ancora a scuola, sdoppiandosi tra le lezioni al liceo salesiano Valsalice e gli allenamenti in vasca o in palestra. “Mi alleno tutti i pomeriggi e il martedì e il sabato anche al mattino. Di solito studio di sera”.

In Messico la sedicenne torinese è all’esordio in una grande competizione internazionale. “Sono entusiasta: girare il mondo e allo stesso tempo fare ciò che ti piace è un grande privilegio”. Una delle mete per un futuro viaggio non può che essere Tokyo, che nel 2020 ospiterà i Giochi olimpici e paralimpici. “Manca ancora tanto, ma è difficile non pensarci: è il sogno di ogni atleta. Per arrivarci si deve continuare a migliorare, giorno dopo giorno”.

FEDERICO PARODI