Produrre un satellite al giorno entro il 2030. Con questo obbiettivo si presenta Space industries, la nuova azienda del settore aerospaziale lanciata il 6 marzo in una conferenza tenuta a palazzo Asinari di San Marzano, sede della società, nel centro di Torino. Lo stabilimento diventerà operativo a dicembre 2025: si prevede di arrivare a una produzione di circa 200 micro satelliti all’anno, con investimenti per 15 milioni e assunzioni per un totale di 300 dipendenti.
Alla base della società, una holding la cui azionista di maggioranza è Comat, azienda di spicco nel settore dell’efficientamento energetico. Amministratore delegato e guida di Space industries sarà invece Giuseppe Santangelo, ingegnere e imprenditore con un passato in Alenia, che dopo 15 anni passati negli Stati Uniti ha deciso di tornare in Italia “con un’idea spaziale: creare una fabbrica di satelliti ottimizzata e efficiente – spiega, e aggiunge – . Qui c’è terreno fertile per la crescita del settore dell’aerospazio”.
Centro della produzione sarà l’ex vetreria Betti di Settimo Torinese, riconvertita in fabbrica all’avanguardia: punto forte dell’azienda sarà infatti la capacità di riunire le fasi di produzione, assemblaggio e testing dei satelliti tutte in un unico luogo. Ciò permetterà a Space industries di ridurre notevolmente costi e tempi di produzione, candidandosi ad essere un partner vantaggioso per altre realtà del settore aerospaziale. Una sorta di “officina per satelliti”, come la definisce lo stesso Santangelo: l’azienda non si occuperà infatti della fase progettuale, ma solo di produrre e testare i modelli. Una scelta che, in ottica di economia territoriale, potrebbe incentivare lo sviluppo di un’industria aerospaziale orizzontale.
Sfruttare il know-how dell’automotive
Il processo di transizione che sta interessando la città è stata una componente importante nella scelta di Torino come sede. “Puntiamo a sfruttare il know-how del mondo automotive per aiutarci a serializzare la produzione – ha dichiarato Santangelo – negli ultimi anni le innovazioni tecnologiche hanno ridotto di circa venti volte il costo di lancio di un satellite, ora la produzione di massa è possibile. Insieme ad altri player possiamo aiutare la transizione della città verso nuovi modelli industriali”. L’azienda punta a rafforzare il ruolo di Torino come polo internazionale del settore: “Abbiamo scelto questa sede, nel cuore della città, perché vogliamo che lo spazio sia al centro”, ha concluso l’amministratore delegato.
Una rete di innovazione
L’antico palazzo barocco, opera di Michelangelo Garove, che dopo la famiglia nobile da cui fu realizzato ospitò la sede della Carpano, sta diventando la casa di diverse aziende dello spazio e dell’innovazione. A prendere casa a palazzo Asinari ci sarà anche Ecosmic, una start up creata da tre giovani scienziate dell’Esa che lavora per tracciare il movimento di satelliti e detriti in orbita. Inoltre, entro giugno arriverà anche la fondazione Inspire 4 tomorrow, che si aggiungerà alle due agenzie Onu già presenti a Torino, Unicri e Itc Ilo, con lo scopo di accelerare il raggiungimento degli obbiettivi dell’Agenda 2030.