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Torino 2026, comitati No-Olimpiadi a confronto con vicesindaco Montanari (VIDEO)

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Duro confronto tra Guido Montanari e alcuni attivisti durante il presidio davanti a Palazzo Civico per dire no alla candidatura di Torino alle Olimpiadi invernali del 2026. Dopo la seduta del Consiglio comunale il vicesindaco è sceso a parlare con i manifestanti, che hanno espresso il loro dissenso per la scelta della sindaca, Chiara Appendino, di inviare la lettera di manifestazione d’interesse, avviando il dialogo con il Coni e il Cio. “Dobbiamo rispettare la volontà dei territori, ma state tranquilli: se ci chiedono di mettere soldi pubblici noi ci tiriamo indietro”, ha ribattuto Montanari. I comitati hanno chiesto a gran voce un confronto con la stessa Appendino. In disparte Viviana Ferrero, una delle consigliere grilline contrarie ai Giochi, osservava la scena. “Ci sono altre priorità”, ha ripetuto sottovoce.

Bandiere No Tav insieme con vessilli del Cub e di Potere al Popolo. E poi ancora tre file di cartelli sparsi sul pavimento e persino la vespa del forum dell’acqua pubblica con la Mole schiacciata dal peso del debito. Il presidio davanti a Palazzo Civico per dire “no” alle Olimpiadi e Paralimpiadi invernali di Torino 2026 ha coinvolto un centinaio di persone, tra cui Stefania Batzella, ex consigliera regionale grillina, oggi passata al gruppo misto.

In contemporanea in Sala Rossa si discuteva sulla mozione pro-Olimpiadi del Centrosinistra a firma Mimmo Carretta. Mozione che il Movimento 5 Stelle ha deciso di bocciare, ritenendo il discorso ormai superfluo dopo l’invio della lettera d’intenti al Comitato olimpico nazionale. “Chi continua a parlare di candidatura sbaglia: siamo ancora nella fase del dialogo, non possiamo dire sì a scatola chiusa senza conoscere le condizioni – ha spiegato Appendino – Domani il presidente del Coni andrà al Cio e farà presente che c’è anche Torino tra le città interessate. Se il Comitato olimpico internazionale concede la deroga, può iniziare la fase del dialogo”.

La mozione è stata respinta con 23 voti contrari e solo 13 favorevoli. Perplesso il capogruppo del Pd in Sala Rossa, Stefano Lo Russo: “Non ho mai visto una cosa simile – ha commentato a caldo – Il documento che abbiamo presentato era lo stesso che è passato all’unanimità in consiglio metropolitano mercoledì scorso. Con questo atteggiamento i grillini dimostrano di non credere veramente nella candidatura. Ovviamente siamo contenti che Appendino abbia inviato la lettera di manifestazione d’interesse, ma così l’ipotesi torinese parte in posizione di debolezza rispetto alle concorrenti”.

Domani, martedì 20 marzo, il presidente del Coni, Giovanni Malagò, è atteso nella sede del Cio di Losanna per chiedere una deroga: secondo la carta olimpica, infatti, l’assegnazione delle Olimpiadi non può avvenire in un Paese che presenta candidate in corsa. I Giochi saranno assegnati a Milano, a settembre 2019, e questo escluderebbe a priori Torino e altre città italiane. Se l’organo presieduto da Thomas Bach darà il suo assenso alla modifica del regolamento, il numero uno del Coni inizierà a valutare l’ipotesi più concreta. Milano sarebbe la prescelta da Malagò, che nei mesi scorsi ha affidato a una società privata, la WePlan Srl, uno studio di fattibilità sui Giochi nel capoluogo lombardo.

Nel pomeriggio è arrivato anche l’appoggio via Twitter di Luigi Di Maio alla decisione di Appendino: “Un’opportunità che il Movimento 5 Stelle deve cogliere in un’ottica di sostenibilità economica, ambientale e sociale dell’evento”, ha scritto il candidato premier pentastellato.

FEDERICO PARODI

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