Thyssenkrupp, dieci anni dopo. I parenti: “I responsabili devono andare in carcere”

Sono passati dieci anni dalla tragedia nell’acciaieria della ThyssenKrupp in cui morirono sette operai. L’incendio scoppiò nella notte fra il 5 e il 6 dicembre 2007. Oggi, 6 dicembre, davanti alle tombe delle vittime al Cimitero Monumentale si è svolta la commemorazione in loro ricordo.

C’era il dolore e c’era la rabbia dei parenti, perché chi era responsabile di quanto accaduto non ha scontato la propria pena: “Questi maledetti assassini della ThyssenKrupp devono ringraziare che non siano stati loro inflitti ventuno anni ma solo nove. Ora però devono andare in carcere”, ha affermato Laura Rodinò. Suo fratello Rosario aveva 26 anni quando è morto per le ustioni riportate.

Con i familiari delle vittime erano presenti il presidente della Regione Sergio Chiamparino, il presidente del consiglio regionale Mauro Laus e la sindaca Chiara Appendino, la quale ha espresso la sua solidarietà ai parenti: “Questa città e queste istituzioni sono al vostro fianco, grazie per la forza che avete e che ci trasmettete”. In memoria di quanto accaduto al centro del cimitero sarà costruito un memoriale, oggi simbolicamente presentato con il lancio di sette palloncini bianchi.

Ricordare chi è morto, però, non basta. “Non dobbiamo abbassare l’attenzione, non abbiamo bisogno di nuove leggi ma di farle rispettare” ha sottolineato Gianna Pentenero, assessore regionale all’Istruzione, Lavoro e Formazione durante la conferenza che è seguita nell’aula magna dell’istituto L. Lagrange. Pentenero ha aggiunto che “sicurezza sul lavoro e sicurezza nelle scuole vanno di pari passo”, ricordando la vicenda del Liceo Darwin di Rivoli, in cui Vito Scafidi, 17 anni, morì per il crollo di un controsoffitto.

Tra il pubblico anche la mamma di Vito, Cinzia Caggiano, che da anni si batte al fianco dei parenti delle vittime della ThyssenKrupp per aumentare l’attenzione sul tema della sicurezza. Nell’occasione è stato poi conferito il premio ‘Sport è salute’ 2017 a Pier Mario Gardino che nel 2012 ha perso un braccio per un incidente sul lavoro a San Mauro torinese e oggi è il portiere della Nazionale di calcio amputati.

CAMILLA CUPELLI
CORINNA MORI