Un cesto di mele e una cinquantina di persone che le mordono davanti all’Apple Store di via Roma a Torino. Questo il simbolo dell’appuntamento organizzato da Possibile e Sinistra Italiana, “Think Different. Pay in Italy”, sul tema dell’elusione fiscale delle multinazionali.
“Non vogliamo fingere di non vedere la realtà” dice Marco Grimaldi, consigliere regionale di Si in Piemonte, tra gli ideatori dell’evento, “Molti ci hanno detto che siamo come i comunisti con i rolex, che siamo rivoluzionari con l’iphone. Ma lo chiariamo subito: non siamo qui per boicottare la Apple, né per prendere in ostaggio MacBook Air. Anche gli operai che protestavano ai cancelli della Fiat, poi compravano un’auto della stessa marca. Si tratta solo di chiedere che si paghi il dovuto”. Cioè parecchi milioni di euro, secondo gli ospiti che parlano in piazza: “In Italia, secondo l’Ocse, l’abuso fiscale è di 31 miliardi di euro, che sale a 240 se guardiamo tutto il mondo” afferma Misha Maslennikov di Oxfam Italia (ndr nello studio Ocse si parla di una cifra tra 100 e 240 miliardi di euro).
“Si tratta di una finanziaria e mezzo, per capirci, di una cifra che potrebbe coprire quattro volte la misura prevista per il reddito di inclusione per tutte le famiglie indigenti italiane”. I numeri sono alti e riguardano tutte le multinazionali, ma non si parla solo di illeciti: “Giustizia fiscale, queste sono le parole che vorrei risuonassero in questa via oggi” aggiunge Maslennikov “parliamo di evasione, certo, ma anche di elusione: legale, ma in contrasto con lo spirito delle leggi”.
Sul posto anche Elly Schlein, europarlamentare del gruppo S&D: “Proprio ieri abbiamo torchiato Junker su questo tema a Bruxelles” tuona la Schlein. “Non è vero che le risorse non ci sono, è che sono lì dove non c’è mai stato il coraggio di andarle a prendere. Le aliquote per le multinazionali arrivano fino allo 0,005%, una follia” ha aggiunto. Anche Nicola Fratoianni, segretario di Sinistra Possibile, è della stessa idea: “Parliamo semplicemente di ingiustizia”.
Perché è stata scelta la Apple come simbolo di questa battaglia? La multinazionale statunitense ha un contenzioso aperto con l’Italia. Qui, infatti, con oltre un miliardo di profitti, ha pagato “solo” 4,2 milioni di euro di tasse, dichiarando parte del profitto in Irlanda. La Procura di Milano, dopo un procedimento, ha chiesto alla Apple 880 milioni di euro per l’ires non versata, ma l’azienda se la caverà con una multa di circa un terzo del valore. “Questa vicenda è emblematica non solo per via del volume d’affari, ma anche per il fatto che ha mostrato la debolezza degli accordi in Europa – spiega la Schlein – l’Irlanda si è rifiutata di prendere denaro che le spettava come tassa dalla Apple in cambio del diritto a fregare gli altri Stati europei. Per questo stiamo lavorando a una condivisione automatica tra i governi europei di informazioni in materia fiscale”. Il tema, però, è delicato: “Non bastano le considerazioni dell’Europa, ci vuole l’analisi Stato per Stato” dice ancora l’europarlamentare “Altrimenti ogni Stato cerca di fregare quello vicino“.
“Chiediamo che l’UE istituisca al più presto l’obbligo per le multinazionali di rendicontare pubblicamente le tasse che pagano Paese per Paese nelle giurisdizioni in cui sono presenti e norme comuni per la tassazione delle imprese” si legge sulla pagina Facebook. L’evento è solo il primo di un lungo cammino, di una campagna che è iniziata il primo giugno a Torino, e che proseguirà in Italia e in Europa.