Il terremoto di domenica mattina nelle Langhe ha scatenato allarmismi e curiosità soprattutto sui social network. È difficile per i non esperti capire quali siano i rischi reali. Ne abbiamo parlato con l’esperto in sismica di Arpa Piemonte Fabrizio Bosco.
Cos’è successo domenica nell’albese?
“La mattina del 19 gennaio, alle 6.22, è stato osservato dalla rete sismica regionale un terremoto di magnitudo locale 3.0, a una profondità di circa 14 km, nella zona dell’albese. L’epicentro si trova nel comune di Barbaresco, a metà strada tra Castagnole delle Lanze (5.5 km) e Alba (a 6 km a nord-est), al confine tra il Cuneese e l’Astigiano. Altri comuni vicini all’epicentro sono quelli di Neive (3.8 km), Treiso (3.9 km), Neviglie (4.0 km), Coazzolo (5.1 km), Guarene (5.1 km)”.
È una situazione frequente?
“Nel complesso del territorio regionale e circostante si osservano alcune centinaia di terremoti l’anno di magnitudo superiore a 1. Eventi di magnitudo superiore a 3 sono in proporzione in numero inferiore alla decina.
Nei territori centrali del Piemonte, di cui fa parte l’area interessata dal terremoto di domenica, la sismicità è molto bassa, dell’ordine di pochi eventi all’anno”.
Il Piemonte è una zona sismica?
“Ogni comune italiano è classificato sulla base della pericolosità sismica, in termini di probabilità, crescente dalla zona 4 alla zona 1. La Regione Piemonte ha da poco approvato, con DGR n. 6-887 del 30 dicembre 2019, la riclassificazione sismica del territorio regionale sulla base di nuove analisi effettuate nell’ambito del progetto europeo Interreg Alcotra Risval sul rischio sismico, che vede la partecipazione anche di Arpa Piemonte. La classificazione del territorio piemontese evidenzia aree caratterizzate da moderata pericolosità, nei settori alpini e appenninici, comprese le aree pedemontane, dove sono storicamente noti alcuni eventi con impatti notevoli, anche con gravi danni e vittime. Il territorio rimanente, compresa l’area interessata dall’evento di domenica, è classificato in bassa pericolosità”.
Come si misurano i terremoti e a partire da quale livello si verificano danni?
“Gli effetti di un terremoto sono valutati in base a scale dette macrosismiche, come quella Mercalli. In base alla scala macrosismica europea largamente utilizzata, il VI grado corrisponde al verificarsi di leggeri danni agli edifici. Gli effetti di un terremoto dipendono, oltre che dall’energia rilasciata dalla sorgente, anche dalle alterazioni delle onde durante la propagazione nel sottosuolo, dall’amplificazione delle onde nei terreni superficiali e dalla risposta degli edifici e delle strutture sollecitate dalle onde. Non c’è quindi una corrispondenza univoca con le leggi di magnitudo, ma in linea di massima si può considerare che al di sotto di magnitudo 4 difficilmente l’energia rilasciata è in grado di provocare danni”.
Quali sono stati gli ultimi terremoti ritenuti significativi in Piemonte?
“Gli eventi con magnitudo più elevata rilevati in Piemonte dalla rete sismica hanno interessato le zone sud-orientali della regione tra il 2000 nel Monferrato e il 2003 nel Tortonese, di magnitudo comprese tra 4.5 e 5. Più di recente gli eventi più significativi osservati si sono verificati nel 2011 tra la Val Sangone e la Val Chisola, nel 2009 nel Roero e nel 2008 in Valle Stura di Demonte. Più numerosi ovviamente gli eventi di magnitudo tra 3 e 4”.
Qual è la situazione dell’edilizia antisismica sul territorio?
“Innanzitutto è bene ricordare che l’entità dei danni di un terremoto dipende dall’inadeguatezza delle strutture rispetto alle sollecitazioni a cui sono sottoposte, e che pertanto la migliore risposta per la riduzione del rischio sismico è intervenire in termini di prevenzione, cioè mettendo in sicurezza le strutture. Le procedure di gestione e controllo delle attività urbanistico-edilizie e le disposizioni sull’accertamento e repressione delle violazioni sono materia di competenza di specifici uffici della Regione Piemonte”.
Cosa fare quando si avverte un terremoto?
“Le campagne di informazione Io non Rischio del Dipartimento Nazionale della Protezione Civile danno indicazioni utili al riguardo. Se ci si trova in un luogo chiuso, si consiglia di mettersi in prossimità delle strutture portanti, oppure ripararsi al di sotto di un letto o un tavolo molto resistenti. Non precipitarsi fuori, ma attendere la fine della scossa. Prima di uscire dall’abitazione, indossare le scarpe, chiudere gas, acqua e luce. Uscendo, evitare l’ascensore e prestare attenzione alle scale, che potrebbero essere danneggiate. Se ci si trova all’aperto, allontanarsi da edifici, alberi, lampioni e altri elementi che potrebbero cadere. Fare attenzione alle possibili conseguenze del terremoto sul territorio: crollo di ponti, frane, perdite di gas”.