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Teatro Regio, indagato l’ex sovrintendente William Graziosi

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Corruzione e abuso d’ufficio. Sono queste le ipotesi di reato notificate a William Graziosi, ex sovrintendente del teatro Regio. L’inchiesta aperta dalla Procura di Torino vede il coinvolgimento della Guardia di finanza, coordinata dal pm Elisa Buffa e dall’aggiunto Enrica Gabetta. Sono quattro in totale le persone coinvolte tra Torino, Asti, Milano, Fermo e Ancona, oltre a due società di cui una svizzera. Bandi truccati e contratti agli artisti attraverso un’agenzia teatrale collegata al Regio: questa la pista su cui si sono mosse le forze dell’ordine, che nella giornata di ieri hanno recapitato gli avvisi di garanzia e già da oggi inizieranno le attività di perquisizione e ispezione dei locali.

L’indagine fa parte della più ampia operazione denominata “Spartito”, che all’alba di ieri ha portato a diverse azioni della Polizia in diverse regioni d’Italia. Le indagini hanno permesso di accertare il legame professionale tra l’ex sovrintendente del Teatro Regio, nominato dalla sindaca Chiara Appendino (che lo aveva voluto al posto dello storico sovrintendente Valter Vergnano), e un’agenzia teatrale svizzera che ha visto poi crescere il proprio fatturato, grazie alla scritturazione, da parte della Fondazione lirica, degli artisti che rappresentava.

Durante le investigazioni è stata anche scoperta la vicenda di Roberto Guenno, dipendente della Fondazione e sindacalista, candidato alla Regionali del 2014 per il Movimento 5 stelle ma non eletto. Nel giro di poco tempo, Guenno avrebbe visto il proprio ruolo professionale crescere da semplice corista a collaboratore di staff della sovrintendenza per le attività di innovazione e sviluppo. Il dipendente sarebbe accusato di aver favorito l’aggiudicazione di un appalto per il servizio di marketing a un’azienda milanese che si occupa di ricerche di mercato e sondaggi di opinione, attraverso la complicità del titolare. Per questo gli inquirenti avrebbero ipotizzato il reato di turbativa d’asta a suo carico. L’illecito sarebbe avvenuto predisponendo il bando di gara “ad hoc”, ossia inserendo elementi selettivi eccessivamente stringenti per altri partecipanti.

La Guardia di finanza – sempre per conto della Procura – aveva già avviato un’inchiesta sulla base di due esposti arrivati contro William Graziosi per la gestione dell’ente. Le denunce segnalavano la mala gestione sotto il profilo economico finanziario e un clima incandescente per quanto riguarda i rapporti umani. Con l’arrivo di Graziosi, infatti, avevano lasciato l’ente lirico il direttore artistico Gianandrea Noseda e lo storico direttore Alessandro Galoppini, quest’ultimo licenziato da Graziosi ed entrato a far parte dello staff del Teatro della Scala.

FEDERICO CASANOVA