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Te Connectivity, salta la reindustrializzazione

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Il piano di reindustrializzazione per Te Connectivity “attualmente non esiste”. Il tavolo di crisi per il futuro di Te Connectivity – azienda specializzata nella produzione di connettori per l’automotive – si è riunito per la quarta volta il 7 aprile. L’impresa aveva annunciato la cessazione dell’attività entro il 2025. Lo stabilimento di Collegno occupava 220 persone e i rappresentanti dell’azienda, i sindacati e l’agenzia Piemonte lavoro si sono riuniti per far fronte alla situazione.

Nello scorso incontro, il 3 febbraio, era stato confermato l’interesse di tre realtà produttive al sito di Collegno. Nel tavolo del 7 aprile, però, è emerso che “le aziende si sono ritirate, anche quella che sembrava più interessata”, spiega Diego Spinazzola, il funzionario Cisl che segue il caso. “Tutte le offerte erano non vincolanti – spiega – e probabilmente a seguito di quello che sta accadendo a livello globale tra dazi, normative in continuo cambiamento e anche il costo energetico, l’impresa interessata si è tirata indietro”.

“Non abbiamo mai avuto modo di conoscere i nomi delle aziende interessate, perché tutte e tre hanno firmato un accordo di riservatezza – racconta Giorgia Perrone di Fiom Cgil -. I sindacati vengono sistematicamente a margine di queste trattative e quindi anche di fronte a una probabile chiusura della possibilità di reindustrializzare noi non possiamo nemmeno fare delle controverifiche”.

Il termine ultimo per avviare il processo di reindustrializzazione del sito è il 31 agosto, quando scadranno gli ammortizzatori sociali. Un ulteriore incontro è previsto per l’11 di giugno. Nel frattempo, “il piano delle politiche attive sta andando avanti, con il progetto per la revisione di curriculum, colloqui ed eventuali offerte di lavoro”, continua Spinazzola. Il sito di Collegno ha un’importanza storica, lì sono stato fatti i connettori per l’Apollo 11. I dipendenti avevano e hanno tuttora competenze altissime – spiega Perrone -, infatti ci è stato riferito che l’aspetto più attraente per le aziende che si erano affacciate erano proprio le capacità dipendenti”.

Il 3 febbraio Elena Chiorino – vicepresidente e assessore al Lavoro della Regione Piemonte – aveva dichiarato che “la reindustrializzazione deve essere il cardine del piano sociale perché è l’unica soluzione in grado di mettere al centro le persone e di garantire la piena continuità occupazionale”. Secondo i sindacati la situazione non è positiva: al momento ci sono ancora 160 persone occupate alle Te Connectivity, delle quali dal 31 agosto si dovranno fare carico i servizi pubblici.

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