Da quest’anno uno studente universitario su tre è esentato dal pagamento delle tasse. Il dato emerge da un’indagine del Sole24Ore sulle rette pagate negli atenei italiani, dopo che la legge di bilancio 2017 (in vigore da quest’anno) ha allargato la no tax area agli Isee fino a 13mila euro.
Bocconi e Luiss sono in testa nella hit parade dei costi, ma un piccolo caso è l’università Slow Food di scienze gastronomiche di Pollenzo, in provincia di Cuneo, la più dispendiosa in assoluto, con una retta di 10.307 euro. Torino è nella media. Nelle suoi atenei, l’Università di Torino e il Politecnico, la soglia di esenzione totale è, rispettivamente, di 13mila e 13mila e 500 euro. La retta media è poco più alta a Unito: 1350 euro annui (per il 2015/16) contro i 1094 dell’istituto di ingegneria e architettura. I dati disaggregati dell’inchiesta mostrano come il numero di studenti iscritti agli atenei torinesi cresca secondo la fascia di reddito: sono 1349 gli iscritti a Unito con Isee superiore a 50mila euro. Centoquaranta, invece, le dichiarazioni dei redditi inferiori a 15mila euro. La stessa proporzione esiste tra gli studenti del Poli (1367 contro 105). Numeri paragonabili a quelli dell’Università del Piemonte orientale di Vercelli. Qui la soglia di esenzione totale è 13mila euro e la retta media 1314 euro. Altra novità è l’aumento degli scaglioni di per calcolare le tasse. Al Politecnico di Torino ce ne sono 75: più di Catania (40) e Firenze (73).
I nuovi paletti della no tax area hanno generato un aumento degli iscritti. I dati elaborato dall’Inps dicono che in Italia ci sarebbero 15mila studenti in più (su un totale di 1 milione e 600mila). L’inversione di tendenza sarebbe quindi già in atto, dopo i 60mila iscritti persi negli anni della recessione.