Oltre cinquanta contatti in una settimana: tra telefono e videochiamate, il supporto psicologico gratuito corre sul filo. Tra i primi a lanciare l’iniziativa, i professionisti del Centro Clinico Psicologia Torino: “Già dal 23 febbraio abbiamo comunicato sui nostri canali social che lo sportello d’ascolto offriva due colloqui gratuiti a chi si sentisse in difficoltà per l’emergenza coronavirus”, spiega il direttore del centro Pier Luigi Putrino.
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“Nei colloqui abbiamo riscontrato una percezione del rischio e meccanismi di difesa dovuti, oltre che alla propria storia di vita, anche alla confusione e ai cambiamenti rapidi di opinione a livello istituzionale – continua lo psicologo – che porta a una importante difficoltà nel processo di adattamento di fronte a cambiamenti sociali rapidi tipici delle situazioni di emergenza”.
Spesso però chi si è rivolto al centro aveva già difficoltà preesistenti: “La maggior parte dei problemi apparentemente legati al Coronavirus in realtà ha origini temporali precedenti. Pensiamo ad esempio a persone chiuse in casa da anni, difficoltà relazionali in famiglia, pregressi e persistenti problemi lavorativi, depressioni gravi, strutturati disturbi ossessivi, ipocondrie conclamate e organizzazioni fobiche di personalità che nulla hanno a che fare con il coronavirus o dove il coronavirus può essere la punta dell’iceberg di difficoltà individuali, di coppia e familiari più strutturate”.
Come segnala Putrino, oltre alla quarantina di professionisti che collaborano al centro e ruotano intorno al coworking Psycoworking, in questi giorni molti colleghi si sono fatti avanti per offrire la loro disponibilità all’iniziativa.
Anche altri psicologi stanno proponendo un servizio analogo online: “Abbiamo colto l’invito della giornalista Roberta Villa che sui social ha lanciato l’hasthtag #facciolamiaparte invitando a dare il proprio contributo come persone e professionisti in questo momento di emergenza”, dichiara la torinese Francesca Tardio, che si è resa disponibile per colloqui telefonici insieme alla collega Silvia Mascolo. “Pensiamo che sarà un’opportunità per stare vicine non solo a chi ha famigliari in ospedale ma anche a chi è semplicemente spaventato di fronte all’incertezza. Tra la nostra cerchia di contatti personali c’è tanta paura”.
La solidarietà, anche quella psicologica, nei giorni del coronavirus passa sul web.