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Sulle Alpi mezzo chilo di rifiuti ogni mille metri

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Quasi mezzo chilo di rifiuti, soprattutto plastica, ogni chilometro di escursione sui sentieri alpini: una ricerca lunga due anni e 488,08 chilometri percorsi a piedi. Sono i dati raccolti nel progetto CleanAlp, finanziato da The North Face Explore Fund con il coordinamento di European Outdoor Conservation Association-EOCA, unico soggetto al mondo a studiare l’inquinamento da plastica e altri rifiuti sulle montagne. I fazzoletti di carta sono l’oggetto più ricorrente (1.832 pari a 3,75 ogni km), poi i mozziconi di sigarette (1.307, ogni km 2,67). Sono però le confezioni per gli alimenti – bottiglie, contenitori per succhi, cioccolatini, caramelle, panini e tutto ciò che escursionisti e frequentatori della montagna si portano dietro – a essere di gran lunga la tipologia più numerosa: 2.713, circa 5,55 a km.

La tipologia degli oggetti trovati è varia e stupefacente: mutande e altra biancheria intima, pneumatici, preservativi, assorbenti femminili, lattine e confezioni risalenti agli anni ’70, cotton fioc, puntine da disegno, sacchetti con deiezioni canine. Notevole la quantità di materiali riconducibili a oltre 40 anni fa, quasi il 30 per cento. Il progetto, ideato e realizzato dall’European Research Institute, ha operato attraverso la citizen science, un’attività di ricerca scientifica a cui possono collaborare tutti, sotto la guida dei ricercatori e con un preciso protocollo. “I mutamenti in corso e l’impatto che abbiamo sulle Alpi sono importanti per tutti noi e dobbiamo tenerne conto per tutelare noi stessi e il nostro futuro. Noi di CleanAlp vogliamo educare le persone a correggere i comportamenti e renderli più sostenibili nelle vallate alpine e montane”, spiega Franco Borgogno, ideatore e coordinatore del progetto CleanAlp.

“Negli anni abbiamo maturato una grande esperienza su questo tema in vari ambienti, lavorando sul campo dall’Artico al Mediterraneo, dalle spiagge ai fiumi, ci sembra quindi importante completare lo studio coprendo anche i luoghi in cui inizia il ciclo dell’acqua, ovvero le montagne”, spiega Iskender Forioso, presidente della Fondazione European Research Institute. E Borgogno, presentando i dati, si concede una battuta, dal retrogusto amaro: “Molti oggetti come le mutande o i sandali sono stati chiaramente dimenticati, ma non abbiamo mai trovato 50 euro”.

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