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Suicidio assistito, la proposta di legge va in Regione

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Dopo solo due mesi il traguardo è raggiunto. L’Associazione Luca Coscioni ha raccolto le 8 mila firme necessarie per presentare la proposta di legge regionale sul suicidio assistito, intitolata “Liberi subito”, al Consiglio di regionale del Piemonte. La petizione ha ricevuto inoltre l’appoggio di 16 sindaci, tra Elena Piastra (Settimo Torinese), Luca Salvai (Pinerolo), Giorgio Abonante (Alessandria) e Claudio Corradino (Biella).

“Esprimiamo la nostra gratitudine alle oltre 8 mila persone che hanno già sottoscritto la proposta di legge regionale Liberi subito – commentano Filomena Gallo e Marco Cappato, Segretaria e Tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni -. Grazie alla loro azione, il Consiglio Regionale avrà l’occasione di discutere e decidere su come garantire i diritti costituzionali dei pazienti del Piemonte in materia di fine vita, in particolare per impedire che qualcuno debba subire indefinitamente, come una tortura, una sofferenza insopportabile contro la propria volontà. In Piemonte continuiamo la raccolta per ottenere le firme di sicurezza e proseguire con il coinvolgimento trasversale di forze politiche e sociali”.

A oggi in Italia si è arrivati a un punto di stallo dal punto di vista burocratico, infatti la Corte Costituzionale ha già individuato i requisiti per avvalersi del diritto al suicidio assistito, ma senza una legge regionale esso rimane solo sulla carta.

Nella proposta di legge l’Associazione Luca Coscioni chiede un percorso di venti giorni entro il quale le Asl debbano verificare i requisiti dei richiedenti ed eventualmente dare il via libera al suicidio assistito.

“Sono molto felice del risultato raggiunto grazie a decine di persone tra volontari e autenticatori ai quali va il mio ringraziamento più grande – commenta il coordinatore regionale dell’Associazione Davide Di Mauro -. Ma abbiamo bisogno ancora di aiuto. Ed è per questo che chiediamo ancora uno sforzo per mettere in sicurezza il risultato raccogliendo le firme di sicurezza. Lanciamo ancora un appello a chiunque voglia darci una mano per sostenere questa proposta di civiltà affinché nessuno debba più subire quello che ha subito Federico Carboni, primo caso di suicidio assistito in Italia nel 2022, o quello che sta subendo Laura Santi, giornalista affetta da sclerosi multipla, che da 400 giorni attende una risposta per la verifica dei requisiti per poter accedere al suicidio medicalmente assistito. Le scelte di fine vita non possono che essere libere. Autodeterminarsi dovrebbe essere un diritto di chiunque perché la vita appartiene a noi stessi e a nessuno altro”. A oggi (30 maggio) sono state raccolte precisamente più di 8.100 firme (100 in più delle necessarie).

Ora la palla passa a Palazzo Lascaris: “Il Movimento 5 Stelle si è impegnato in prima persona a sostegno della legge, raccogliendo e autenticando le firme ai banchetti – sottolinea la consigliera regionale Sarah Disabato -. Normare il suicidio assistito è una questione di civiltà, un passo avanti nella tutela della libera scelta e della dignità umana, nel rispetto delle persone che si trovano in condizioni di estrema sofferenza. Chiederemo di calendarizzare il prima possibile la discussione in Consiglio regionale”.

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