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Studenti e lista civica Monviso insieme per il voto ai fuorisede

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Un sit-in per il voto dei fuori sede davanti a Palazzo Lascaris, sede del Consiglio regionale del Piemonte. Il fondatore della lista civica Monviso Mario Giaccone insieme ad alcuni esponenti e una delegazione di studenti rappresentati da Giacomo Pellicciaro e Tommaso Piras, hanno fatto un presidio davanti al Consiglio per chiedere che la Regione si impegni a sollecitare il governo nazionale per l’approvazione della legge per il voto dei cosiddetti fuorisede. Sono stati ricevuti dall’ufficio di presidenza del Consiglio e dal presidente Allasia che si è dato disponibile ad accogliere le indicazioni ricevute sottolineando la necessità che si trovino sistemi di votazione a distanza che garantiscano la sicurezza e non consentano lo spostamento di pacchetti di voto su collegi predeterminati.

Dopo essere stata approvata alla Camera in estate, la legge si è infatti arenata in Senato e ora è ferma in Commissione affari costituzionali. Negli ultimi giorni, Fratelli d’Italia ha presentato un emendamento che potrebbe sbloccare la situazione, dato che per permettere il voto alle elezioni europee di giugno è necessario che l’iter per l’approvazione parta entro il 15 febbraio. L’emendamento del primo partito di governo prevede però la possibilità di votare lontani dal comune di residenza soltanto per gli studenti e non per i lavoratori. I fuorisede in Italia sono circa 4,9 milioni e gli studenti sono circa 600mila. “La componente studentesca però è una parte molto ridotta e quindi potremo cantare vittoria laddove tutti e 4,9 milioni avranno diritto di voto” dice Giacomo Pellicciaro, consigliere dell’assemblea regionale per il diritto allo studio e rappresentante al consiglio delle studentesse e degli studenti. Una vittoria a metà quindi, che però non è ancora certa. Per questo, spiega Tommaso Piras, anche lui rappresentante al consiglio delle studentesse e degli studenti, “noi saremo fuori dal Consiglio per chiedere un’impegnativa da parte del Consiglio stesso affinché si solleciti il governo a sbloccare quella che è la situazione in Commissione affari costituzionali. Così come è successo ad esempio qualche settimana fa in Lombardia”.

Mario Giaccone, della lista civica Monviso, fa notare come “gli aventi diritto, che sarebbero circa 5 milioni, sono poco meno del 10% dei votanti in Italia. Se potessero votare – come capita in Danimarca, Spagna, Francia o Germania – per delega o con voto anticipato e presidiato è chiaro che le cose cambierebbero e ci sarebbe una percentuale di astensionismo molto più bassa rispetto a oggi […] Dobbiamo riconoscere che c’è un astensionismo volontario ma anche uno involontario, che è quello di questi ragazzi”. Sull’emendamento di FdI invece Giaccone dice di non essere convinto “non dà agli studenti medesimi diritti […] può darsi che la maggioranza sia preoccupata dell’effetto e quindi cerchi di centellinare l’entrata di tutta questa popolazione”.

Il diritto di voto è sancito a livello costituzionale, ma chi lavora o studia in una regione diversa da quella del comune di residenza è spesso impossibilitato o limitato nell’esercitare questo diritto a causa del costo del rientro a casa – ci sono delle scontistiche ma non sono per esempio applicate su tutte le tratte aree – o dai tempi estremamente lunghi per andare e tornare dalla città di studio: “Tante segnalazioni sono state fatte, a ridosso soprattutto di momenti particolari: avendo le sessioni particolarmente cadenzate e in momenti specifici dell’anno ci ritroviamo spesso con gli appuntamenti elettorali, come possono essere anche le europee dell’8-9 giugno, che capitano nel cuore della sessione e quindi non solo il problema si riversa da un punto di vista economico – continua Pellicciaro – Si crea anche un dispendio di tempo importante, in una fase in cui l’unica prerogativa dello studente è quella di dare gli esami. Il rischio è quello di percepire l’appuntamento elettorale non come un modo per esercitare un diritto, ma quasi come un momento in cui si va a perdere tempo”.

La delegazione in presidio sotto Palazzo Lascaris ha ricevuto anche dichiarazioni di supporto da parte dei consiglieri Diego Sarno e Domenico Rossi, segretario regionale del Partito Democratico che ha anche presentato un ordine del giorno per la seduta di oggi del Consiglio, proprio sul voto di giugno.

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